Wilma Chasseur “LA PAGINA PIU’ DIFFICILE”

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (29/01/2023)

Vangelo: Mt 5,1-12 🏠

Poveri noi! Alzi la mano chi si augura una sola di queste beatitudini. Io non ho mai capito l’esclamazione entusiasta che definisce la pagina delle beatitudini, la più bella e magnifica del Vangelo. Ma avete letto cosa ci viene proposto? Persecuzioni, afflizioni, pianto e via di questo passo. Siamo ancora all’inizio dell’anno; se uno vi dicesse: ti auguro che ti perseguitino, ti affliggano, che tu debba versare tante lacrime e altre beatitudini del genere… sareste d’accordo? Oltretutto la parola “beato” in greco ma anche in francese, significa “felice”, anzi in francese bienheureux significa addirittura super-felice.
• QUANDO SIETE FELICI?
Ora, voi siete felici quando vi perseguitano, affliggono, parlano male di voi ecc.? E siccome io questa pagina l’ho sempre trovato difficilissima (da praticare s’intende, non da leggere) e gli altri la trovano bellissima, mi sono detta: ma sarò l’unica a pensarla così? E mi sono molto consolata quando ho letto che il Cardinal Biffi e anche altri, la pensavano così. Biffi dice addirittura che ci siamo talmente abituati al testo che ha perso tutto il suo mordente e Don Machetta lo chiama addirittura scandaloso per la mentalità dominante: ecco cosa ne pensa chi l’ha letto veramente. Ma allora come districarsi? Beatitudini sì o no? Io la penso così: non è che dobbiamo andarci a cercare queste “felicità”, sarà la stessa vita che è più una valle di pianto che altro, a presentarcele prima o poi. Allora quando arriveranno dovremo mettere in pratica questa pagina: cioè sentirci “beati” e non abbandonati da Dio perché ci capiteranno quelle cose. Anzi il segreto per viverle bene – perché a volte sono vere e proprie tegole in testa- sarà VIVERLE con Cristo e in Lui che è la massima beatitudine.
• LA PRIMA E LA SESTA
Ora volete sapere quali sono le beatitudini che io preferisco? La prima e la sesta.
La prima è “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”. Qui, contrariamente alle altre, la ricompensa non è al futuro, ma al presente. Qui non si dice “beati (…) perché saranno consolati, saziati, ecc.”, ma “beati perché di essi è il regno dei cieli”. Subito! Non si era mai visto dei poveri che avessero addirittura un regno! E che regno! E ce l’hanno subito (qui c’è proprio tutto subito).
Ma chi sono i “poveri in spirito”? Sono quelli che contano totalmente su Dio e non mettono la loro fiducia in loro stessi o nei beni materiali. Non vogliono realizzare un loro progetto, ma vogliono aderire al progetto che Dio ha su di loro. Non fanno la loro volontà, ma quella di Dio. Ecco perché hanno subito il regno dei cieli: perché il loro punto d’appoggio non è la terra, ma il cielo e nella misura in cui fanno la volontà di Dio, Dio stesso fa lo loro volontà.
L’altra beatitudine – quella che io preferisco in assoluto – è “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Il cuore puro è un cuore che ha ritrovato la Sanità originaria della sua natura: è ridiventato un puro cristallo in cui Dio può di nuovo specchiarsi, riversandovi e irradiando la sua purezza infinita. Nessun bene al mondo è più prezioso di questa purezza che attira l’Altissimo in persona nel cuore umano e lo rende capace di vederlo, perché ha ormai vinto ogni attrattiva verso il male e non è più schiavo delle passioni! Ogni tenebra viene sconfitta e la creatura -vedendo Dio- brilla della sua stessa luce e ritrova tutto il suo splendore.
Come dice questa bellissima preghiera del cardinal Newman: “Splendi sopra di me fiamma che sempre ardi e mai non vieni meno: incomincerò allora, per mezzo della tua luce ed in essa immerso, a vedere anch’io la luce e a riconoscere Te come vera sorgente della luce”.
WILMA CHASSEUR

Fonte:http://www.incamminocongesu.org/