Monastero di Bra
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (11/06/2023) Vangelo Gv 6, 51-58
Gesù non ha paura di provocare e sconcertare chi lo ascolta in quel giorno nella sinagoga di Cafarnao. Che modo di parlare è mai questo? Invita a mangiare la sua carne e ancora di più a bere il suo sangue per avere la vita eterna. Per i giudei, ai quali la legge proibiva severamente di bere sangue degli animali – figuriamoci quello umano! – un tale linguaggio doveva risultare ripugnante.
Così il suo dichiararsi “disceso dal cielo” non poteva non urtare la sensibilità degli interlocutori che dicevano «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?» (Gv 6,41). Essi vedevano che Gesù era un uomo in tutto e per tutto come loro, come poteva pretendere di proclamarsi venuto da Dio?
Queste parole che allora come oggi possono suscitare scandalo, in realtà sono il cuore della fede cristiana. Andare a Gesù significa incontrare una persona con un’umanità piena, con una carne fragile, uno che ha sentimenti umani, che crea relazioni con gli altri mettendosi al loro servizio, istruendoli, guarendoli, facendo vibrare nel loro cuore la nostalgia del cielo. È in questa sua umanità che vediamo Dio, è in lui che vediamo quel movimento di discesa che caratterizza l’agire di Dio. Il ‘discendere dal cielo’ indica soprattutto il movimento dell’abbassarsi di Dio per comunicare il suo amore e far vivere, come ben aveva capito san Francesco quando scriveva: “Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote.” (Dalla prima Ammonizione).
Egli si abbassa e noi troviamo la via per andare a Dio. Egli si fa pane e noi nutrendocene sperimentiamo la vita dell’Eterno e rimaniamo in lui. “Voi in me e io in voi”: meravigliosa esperienza, piena e reale comunione di vita!
Rimanere è voce del verbo amare, perché solo chi ama sa rimanere. Gesù sa che non tutti se la sentono di “rimanere”. “Volete andarvene anche voi?” dirà agli interlocutori che si scandalizzano delle sue parole. Eppure non c’è altra via di felicità se non quella di dimorare in lui.
Il segreto di tante vite “riuscite”, luminose, vite donate in famiglia, in comunità, negli svariati ambiti professionali e sociali sta proprio nello sperimentare in modo sempre nuovo quell’amore umile e straordinario di un Dio che si pane di vita. E’ per la forza di quel pane che niente e nessuno potrà più toglierci la gioia seminata nel cuore.
Suor Anna Serena
Monastero di Bra
Fonte:https://federazioneclarisse.com
