fra Damiano Angelucci “La “non necessaria ma evitabile” zizzania”

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (23/07/2023) Vangelo: Mt 13,24-43

Perché il male? Perché la sofferenza? Perché un Dio onnipotente e buono permette il male, sembrando escludere di fatto una delle due cose, e cioè che o, se buono, non è onnipotente, oppure che se è onnipotente, non sempre è buono.
La parabola della zizzania è una parziale risposta a tali questioni, e sottolineo: “parziale”.

1. Anzitutto la zizzania è evitabile.  “Mentre tutti dormivano” il nemico venne e seminò l’erba infestante. La vigilanza e il discernimento sono virtù sempre necessarie per distinguere tra il bene e il male, per impedire che il male si propaghi nel mondo e nel terreno del mio cuore.

Secondo. Il grano, il seme buono, è talmente buono da poter sopportare la coabitazione col male. Normalmente si fa di tutto per impedire alle erbacce di soffocare quel che viene seminato, ma la parabola ci parla di un grano buono e assolutamente resistente, talmente buono, che comunque arriverà a maturazione. Così è la Parola di Dio. Se accolta, darà sicuramente frutto nella nostra vita, nonostante tutto e tutti.

Terzo aspetto. Non sta all’uomo anticipare il giudizio finale tra giusti e malvagi. Su questo aspetto si è facilmente tentati di fare come i servi del padrone che vorrebbero da subito sradicare la zizzania. Pensate ad esempio all’assurdità della “pena di morte”. In nome della sacralità della vita si ha la pretesa di privarla a chi, comunque, ha certamente sbagliato sottraendola ad altri. Attenzione: ha detto giustamente qualcuno che “chi vuole realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri l’inferno.”

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