fra Damiano Angelucci “Il Figlio dell’uomo troverà ancora fede sulla terra?”

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (20/08/2023) Vangelo: Mt 15,21-28

Appena domenica scorsa ci veniva presentato Pietro, il principe degli apostoli, rimproverato da Gesù per aver dubitato, mentre il suo piede affondava nell’acqua. Nel brano di oggi al contrario Gesù elogia la fede di una donna non ebrea che riemerge dall’abisso della disperazione: “Donna, davvero grande è la tua fede!”
Nel giro di pochi versetti dello stesso vangelo veniamo a comprendere una volta di più che una vera relazione di fiducia e amicizia con Gesù Signore non è la conseguenza di un’appartenenza etnica, ma al contrario è la fede personale in Cristo Signore a generare un’appartenenza esistenziale a Cristo.
Da notare la voluta provocazione di Gesù nei confronti di questa donna: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa d’Israele”. Ma questa provocazione è rivolta soprattutto ai cristiani di oggi che pensano di essere titolari del regno dei cieli unicamente per diritto ereditario, senza alcun assenso della propria vita. Perché in effetti un’eredità può sempre essere rifiutata, ed è il rischio che corrono i battezzati di tutti i tempi, molto spesso non consapevoli del tesoro che hanno ricevuto.
Invece alla donna cananea e per colui che crede nella potenza del Signore è sufficiente appena una briciola della sua grazia, come anche al ladrone pentito in croce bastò qualche briciola di tempo per entrare in paradiso. Ma tutto si giocherà sempre a partire da una fede personale in Gesù salvatore. Così poco scontato che proprio questi ebbe a dire: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).

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