fra Damiano Angelucci “Dimmi di chi sei figlio e ti dirò chi sei”

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (27/08/2023) Vangelo:  Mt 16,13-20

Per capire chi siamo occorre capire quale è la nostra relazione vitale, quella sui cui poggia la nostra esistenza. Se a questa domanda qualcuno rispondesse che la propria vita si poggia sulla sua amicizia con Cristo Signore, occorrerebbe allora capire chi è questo uomo e su quale relazione poggia a sua volta la vita di costui.
Pietro, che Gesù chiama non casualmente “figlio di Giona”, tenta di rispondere esattamente a questa domanda, intuendo per rivelazione interiore che l’identità del Maestro non poteva definirsi con termini assoluti, teorici, ma solamente con delle parole che dicessero la sua relazione ad altro.

“Tu sei il Cristo”, cioè “colui che è stato unto”. Questa affermazione presuppone un “untore”, anche se il termine suona male, cioè qualcuno che lo ha scelto, che lo ha “unto”. E poi Pietro aggiunge: “il Figlio del Dio vivente”. Anche qui l’identità è raccontata da un rapporto di figliolanza, con quel Padre-Dio vivente che ha scelto-ed inviato suo figlio Gesù.

Insomma, l’identità personale è questione di relazione, per Gesù e, a maggior ragione per noi, che siamo stati creati in vista di lui, e a sua somiglianza.

Una volta si diceva: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Più opportunamente si dovrebbe dire: “dimmi di chi sei figlio, e ti dirò che persona sei!”. Ma se nella vita biologica il padre non si può scegliere, e tantomeno si può scegliere di venire al mondo, nella vita spirituale, al contrario, ognuno sceglie la paternità a cui innestare la propria vita, e la direzione verso cui allungare le proprie radici. E Pietro sembra essersi lasciato ispirare proprio dalla mano del Padre celeste. Concludo allora con i primissimi versetti del libro dei Salmi: “Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.” (Sal 1,1-3)

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