fra Damiano Angelucci “L’occasione della vita”

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (15/10/2023)

Vangelo: Mt 22,1-14 

Non sappiamo se anche a quei tempi la partecipazione a un pranzo di nozze comportasse fare un regalo e neppure se bastassero 100-200 euro per cavarsela; la cosa certa è che nella logica della parabola quegli invitati hanno rifiutato l’invito non per evitare di spendere i soldi del regalo, ma perché non hanno intuito la bellezza di quell’invito, ritenendolo meno importante dei loro affari, dei loro campi, e tanto da permettersi di uccidere chi glielo aveva recapitato.
Le parabole di Gesù, lo abbiamo ripetuto spesso, hanno sempre qualcosa di paradossale, esattamente per far cadere l’attenzione dell’ascoltatore sul punto desiderato.
C’è un contrasto incredibile tra due aspetti: gli invitati, gli aventi diritto al banchetto di nozze disdegnano la festa, e uccidono i servi del re e dall’altro questo re, dopo aver reso la medesima condanna agli omicidi, allarga l’invito a tutte le persone possibili, buoni o cattivi che siano.
Due conclusioni. La prima: la peggior condanna per aver rifiutato l’amicizia di Dio ce la diamo da soli. La vendetta del re è, fuor di metafora, è l’imbarbarimento e la devastazione della città dell’uomo ogni qual volta questi chiude il cuore all’amore di Dio. I castighi di Dio? No, non sono necessari, ce li diamo da soli quando diventiamo centrati su noi stessi. Chiudersi all’amore significa morire.
Seconda conclusione. Gesù fa capire cosa è il peccato: un’occasione persa. Se un caro amico ci chiedesse di andare a giocare alcuni numeri al superenalotto, rivelatisi poi vincenti e milionari, cosa diremmo se ci accorgessimo che ci siamo dimenticati di andarli a giocare? Che peccato! (beh, forse potrebbe scappare qualche altra imprecazione!) Che peccato! Potevo sistemarmi la vita e ho perso l’occasione.
Siamo certi di questo: non c’è per l’uomo peggior sciagura di quella di rifiutare l’amore di Dio. Scrive Papa Francesco all’ultima riga della sua recente Esortazione “Laudate Deum”: “Un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio, diventa il peggior pericolo per sé stesso”.

Fonte:http://fradamiano.blogspot.com/