Don Paolo Zamengo “Dio è con te”

IV Domenica di Avvento (Anno B)  (24/12/2023)

Vangelo: Lc 1,26-38

Storie di luce e storie di ombre sono le nostre storie. La storia di luce ha il nome
di Maria oggi sorpresa, ancora molto giovane, nella sua casa. Chissà a quale ora,
chissà da dove era partito il volo dell’angelo, chissà che cosa stava facendo
Maria quel giorno. O forse quella era una voce che da tempo bussava nella sua
anima?
Ragazza di paese senza fama, innamorata di un uomo, come succede alle
ragazze della sua età. Era cresciuta portandosi dentro una luce. Ognuno si
porta dentro una bellezza, perché Dio non può pensare se non bellezza. Poi a noi appartengono anche le
ombre e ce lo ha ricordato la pagina della Genesi che ci racconta la storia dell’umanità, la nostra storia e
quella di tutti.
La storia di Maria e dell’annuncio dell’angelo è stata racchiusa nel vangelo in poche righe. Un angelo le
dice: “Rallegrati, il Signore è con te. Perché tu che sei ricolmata di grazia”. Tu sei per sempre il segno di un
Dio che non misura, di un Dio smisurato, debordante nel fare grazia e nell’amare. Qualunque cosa accada
“il Signore è con te”. Dio ha cancellato le distanze, Dio non è altrove, non è nella grande città, non è nella
solennità del tempio, non è nel fasto delle liturgie. Dio è con te, è nel sogno che ti abita.
Questo è ciò che dovremmo dire sempre e a chiunque: “Rallegrati, il Signore è con te”. Perché nelle nostre
liturgie continuiamo a dire: “Il Signore sia con voi”, invece di dire “Il Signore è con voi”?
“Rallegrati” è parola contro la paura, forse di Dio. Anche Maria si sente sfiorare da un brivido e l’angelo le
disse: “Non temere”. La storia della ragazza di Nazaret è segno della vittoria dell’allegria sulla paura:
“Rallegrati”. Dio non chiude sulla paura. Nemmeno chiude sulle nostre storie che non sono sempre
immacolate, ma apre alla grazia, apre ad una scommessa di fiducia. Su ogni donna e su ogni uomo,
nonostante tutto, “nonostante tutto”.
La pagina della Genesi di oggi ricorda la paura. Adamo e Eva per paura si nascondono tra gli alberi del
giardino. E a Dio che chiede: “Dove sei?” Adamo risponde: “Ho udito la tua voce, ho avuto paura perché
sono nudo”. La nostra nudità, l’essere nudi di umanità, ci fa nascondere e ci fa vivere di paura.
Ebbene, nel giardino dell’Eden, Adamo e Eva non sono maledetti e neppure muoiono come era stato
minacciato. Il racconto si chiude con una promessa di bene. Vincerà il bene, il bene vincerà sul serpente. La
storia non si chiude con il peccato ma si apre con la misericordia, la porta non è sbarrata, una porta si apre.
Questo fa Dio. Dio è uno che apre la porta. Con la sua misericordia dà un segno di vita.
Ricordate la parabola del padre che apre la casa al figlio che se n’era andato: lo veste della veste più bella e
gli inventa una festa. Non sta a rinfacciare il passato, Lui crede nel futuro. Questo è il messaggio del vangelo
e della festa di oggi. Mi dice che non devo temere, che non devo vivere nella paura della mia nudità, che la
misericordia mi rimette in cammino. La misericordia di Dio non è far piovere dall’alto la compassione. La
misericordia di Dio scommette sulla bellezza che è in me, che è in te. Dio ci riconosce dignità vestendoci.
“Rallegrati, il Signore è con te”. Mi sono chiesto se non tocca anche a tutti noi l’impegno di dire con le
parole e con gli occhi che tu puoi ripartire, dovunque tu sia, per denudato che sia, puoi ripartire dalla
bellezza che ti abita, dai segni di vita, dal soffio dello Spirito che ti abita, da Dio che è in te e ha un volto di
misericordia. Diciamolo a tutti, con il nostro sguardo, con il nostro volto di misericordia. Diciamolo a tutti
con la nostra gioia dell’anima. E sarà come se un angelo entrasse nella nostra casa come quel giorno a
Nazaret, nella casa di Maria.