Don Paolo Zamengo “Battesimo del Signore (Anno B)”

Battesimo del Signore (Anno B)  (07/01/2024)

Vangelo: Mc 1,7-11 

Ricordiamo la preghiera che abbiamo ascoltato nella
liturgia d’Avvento, la preghiera di un popolo
penitente custodita nel libro di Isaia. “Tu, Signore, da
sempre sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro
redentore Perché, Signore, ci lasci vagare lontano
dalle tue vie?… Ritorna per amore. Se tu squarciassi i
cieli e scendessi!” (Is 63, 16-17).

La preghiera di quella folla che correva a farsi battezzare dal Battista, quella preghiera è esaudita.
L’evangelista Marco dice che, uscendo dall’acqua, vide i cieli squarciati. In quel momento, lo
Spirito scende su Gesù e in quel momento la voce dall’alto dice di Gesù: “Tu sei il mio figlio, il
diletto; in te mi sono compiaciuto”. C’è qualcosa di inaudito, in questo battesimo del Signore.
Questa è la prima apparizione di Gesù. La prima immagine nel Vangelo di Marco è Gesù in fila con i
peccatori, non un Gesù che battezza, ma un Gesù che è battezzato da un suo servo, da Giovanni.
“E avvenne in quei giorni che Gesù venne da Nazaret della Galilea e fu battezzato da Giovanni nel
Giordano”. E in quel momento si squarciano i cieli. È Gesù che vede lacerarsi i cieli, è Gesù che
ode la voce.
Nel momento in cui Gesù si fa ultimo con gli ultimi avviene la consacrazione. Ha scelto il gesto
giusto, il gesto dell’inizio, quello dal quale si intravede l’intero suo cammino, sintesi e simbolo
dell’intero cammino della sua vita e della sua missione. Mi viene spontaneo chiedermi: e noi che
cosa avremmo scelto, come primo gesto del nostro inizio? Eppure all’inizio sta anche per noi il
battesimo, questa immersione. Gesto sintesi di una vita.
E infatti c’è una sorprendente rassomiglianza tra questo episodio degli inizi e l’episodio della fine, il
racconto della croce. Qui nel Battesimo a squarciarsi sono i cieli, là nell’ora della croce a
squarciarsi sarà il velo del tempio. Nel Battesimo è Gesù a vedere i cieli aprirsi e lo Spirito scendere
su di lui, là nell’ora della croce sarà il centurione pagano che vedrà lo spirito uscire da Gesù
quando “emise lo spirito”. Ciò che Dio dice di Gesù, presentandolo nel giorno del battesimo, lo
dirà un uomo, un pagano, un soldato pagano, il centurione. Lui dirà: “veramente quest’uomo era
Figlio di Dio”. Il Battesimo era compiuto.
Immerso Gesù nella morte per riemergere nella risurrezione. Così anche il nostro Battesimo:
immersi nell’acqua, come gli ebrei nel Mar Rosso, come Gesù nel Giordano, per lasciare nelle
acque sepolta una vita di schiavitù e camminare nella libertà, per lasciare nelle acque sepolto
l’uomo vecchio e camminare in novità di vita, per lasciare nelle acque l’inganno del maligno e
camminare invece per le strade dello spirito.
Essere uomini e donne che non gridano, che non alzano il tono, che non fanno udire in piazza la
voce, che non spezzano una canna incrinata, che non spengono uno stoppino della fiamma
smorta, che proclamano il diritto con fermezza, che non vengono meno, che non si abbattono.
Ecco mi chiedo a volte: chissà se quando io sacerdote ho battezzato qualcuno, e in tanti anni ne ho
battezzato un numero immenso, l’ho affidato a questa strada e non a un’altra, a questo e non a un
altro spirito. Che Dio porti a compimento ciò che il sacerdote ha iniziato.