III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (21/01/2024)
Il tempo è compiuto, la persona di cui Giovanni Battista ha parlato è arrivata, forse superando le aspettative del Battista stesso. Questi predicava la conversione per preparare la venuta del salvatore, ma Gesù ci dice, invece, che la strada in realtà l’ha aperta e percorsa già lui, e che dobbiamo piuttosto accoglierlo.
Questa, già, è la prima conversione da vivere: non pensare che dobbiamo fare qualcosa noi per averlo vicino, ma piuttosto prendere consapevolezza che lui per primo si è fatto vicino e che solo a partire da questa presenza, possiamo inaugurare un nuovo modo di vita: non più secondo l’ “io” ma secondo il “tu” e di conseguenza secondo il “noi”, avendo come modello il “noi” di Dio.
Seguire Gesù potrà significare a partire dalla consapevolezza di Gesù vivo in mezzo a noi che, come i pescatori di Galilea, potremo servire l’uomo là dove siamo. Loro sono stati pescatori di uomini, perché erano pescatori di professione; un impiegato potrà sentirsi anzitutto impiegato a mettersi al servizio della società nel modo che la sua professionalità gli consente.
Un operaio potrà mettersi a servizio dell’uomo mettendo a disposizione le sue manualità per testimoniare che in quelle cose che fa c’è uno spirito nuovo, la signoria di Dio, prima ancora della ricerca del proprio guadagno. Anche un pensionato potrà decidere di imitare, e seguire Gesù nel servizio dell’uomo facendo della sua vita la testimonianza serena e gioiosa della gratitudine per tanti benefici ricevuti.
Seguire Gesù è possibile anche oggi perché egli, vivo nello Spirito, continua a passare sulle sponde delle nostre esistenze per chiederci, non necessariamente di stravolgere le nostre agende e i nostri percorsi, ma di cambiare piuttosto le nostre strategie e le finalità del nostro operare nel mondo: sempre alla ricerca del bene dell’uomo.
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