Commento IV Domenica di Quaresima (Anno B) Vangelo Gv 3,14-21
Durante un ritiro “ignaziano”, meditavo sulla donna adultera che lavava i piedi a Gesù con lacrime e li asciugava con i capelli e mi ricordo di aver pregato “Signore non lasciare mai che io mi allontani dal tuo amore”. Credo che questa preghiera sia la preghiera del salmo che leggiamo in questa domenica, e che a volte tutti noi abbiamo fatto una preghiera simile nel nostro cammino di fede. Una volta che ho riconosciuto un amore che da senso alla mia vita, ho capito che posso avere tutto e rimanere col cuore vuoto, e che posso non avere niente, ma avere comunque il cuore ricolmo. La mia vita dipende da questo amore e io, come “una cerva che anela ai corsi d’acqua”, anelo a questo amore. Venendomi incontro e dandosi tutto, Dio mi lascia la scelta, posso scegliere di aver paura del dolore della croce e quindi allontanarmi, o posso scegliere di riconoscere che quell’amore lo voglio più di quanto io possa aver paura di una croce. Così inizio a trovare il coraggio di guardare la mia croce, imparo a guardare in faccia alle mie paure e ai miei limiti, come Israele nel deserto guarda il serpente innalzato. Così come i serpenti erano l’origine del male, così vedo che uomini, che magari mi hanno fatto del male, sono stati innalzati da Dio nella sua misericordia e anche io sono innalzato verso Dio, solo esclusivamente per la sua misericordia. Capisco quindi che le paure generate da rapporti non vissuti bene, non sono che bugie del nemico, paure inutili. La verità è amore e questa verità ci rende liberi, liberi di prendere sia il bene che il male e di fare tutto con amore.
Non dobbiamo pensare che Dio ci porta nel deserto della vita per ammazzarci, non dobbiamo dubitare che il nostro Padre buono è con noi anche quando magari viviamo delle difficoltà economiche, prestazionali o altro. Non devo pensare che il Signore mi porta qua a morire perché se ascolto bene la sua Parola capisco che è il mio Dio, è colui che mi ha liberato dall’Egitto e che mi porta alla terra promessa, è colui che ha dato la sua vita per me, è colui che non ha risparmiato il proprio figlio, perchè per Lui io sono importante e fondamentale, e su di me il mio Dio ha scommesso tutto. Per lui io sono protagonista! Per lui io sono perfetto cosi come sono.
Il giudizio è qua come una verità stabilita: il bene è bene ed il male è male. Gesù morendo sulla croce ci indica il vero amore e ci dice chi egli è per noi. Un amore che non si vanta, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta!
E’ cosi che Gesù è luce nelle tenebre, perché porta la verità di Dio, l’amore che ha per noi, e le tenebre non hanno vinto questo amore. Tutto il male che ha cercato di limitare l’amore di Cristo non ha fatto altro che glorificarlo di più. Siamo noi che possiamo perdere contro queste tenebre quando il male si accovaccia alla nostra porta e vuole convincerci che Dio ci ha abbandonato, quando ci invita ad abbandonare Lui e la sua luce. Quando ci dice che Gesù non è sulla croce per noi e che non ha senso impegnarsi per lui, troveremo soltanto croce e morte, ecco la bugia che sperimenta anche il popolo di Israele nel deserto. Due domeniche fa abbiamo visto Gesù trasfigurato, luminoso e folgorante, rivelarsi come luce che illumina le tenebre del mondo. Tutto verrà confermato nel vero momento glorioso della consegna alla morte in croce. Se guardiamo Lui saremo raggianti e non saremo mai confusi, me lo dico spesso, ma faccio fatica a viverlo in ogni deserto che mi trovo davanti. Prego il Signore per questa grazia, di darmi un cuore fedele e di non lasciarmi allontanare mai dal Suo amore. Se per arrivarci devo magari soffrire, so quello che il mio cuore vuole veramente, il Dio mio salvatore.
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