fra Damiano Angelucci “Alzare lo sguardo per vedere avanti”

VI Domenica di Pasqua (Anno B)  (05/05/2024)Liturgia: Atti 8,5.8.14-17; 1Pietro 3,15-18; Giovanni 14,15-21

Gesù, dopo averci offerto l’immagine della vite e i tralci di cui abbiamo ascoltato nel vangelo di domenica scorsa, ci offre alcune conseguenze esistenziali. C’è un’insistenza pressante sulla necessità di rimanere in lui, ancorati al suo amore, così come lui è ancorato e inserito all’amore del Padre. L’osservanza dei comandamenti che Dio ci ha dato si può riassumere esattamente in questo: far circolare nelle nostre relazioni umane quello stesso amore gratuito che Gesù ha vissuto nei nostri confronti e che egli stesso ha ricevuto dal Padre. Rimanere, rimanere è un ritornello che ci fa anche capire che l’amicizia di Cristo non è un premio, l’esito di una conquista a cui ‘arrivare’ ma un dono che ci precede; ma quanto è difficile custodirlo, proteggerlo, non contrabbandarlo con i tanti idoli (denaro, successo, sensualità, potere) che sembrano più allettanti, anche più a portata di mano e che, in realtà, ci lasciano più vuoti e assetati di prima.
Mi piace sottolineare il fine dichiarato da Gesù rispetto alla sua insistenza sul vivere il comandamento dell’amore: perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena. Quest promessa è straordinaria: poter sperimentare nella nostra vita la stessa gioia che fu di Gesù. Sembra assurdo anche solo immaginare questa possibilità; ma è dovuto al fatto che forse confondiamo la gioia con l’allegria. No. La gioia che promette Gesù non è l’allegria, cioè una pura sensazione emotiva e passeggera, ma la pienezza, il compimento, il completamento della vita. Anche l’angelo Gabriele invitò la vergine Maria alla gioia (‘Rallegrati Maria!’) ma anche per lei c’è stato il passaggio della Pasqua di Gesù. La gioia vera, la gioia del vangelo è quindi possibile, direi quasi che è un nostro dovere; e come afferma Papa Francesco nelle primissime righe dell’Evangelii Gaudium, “essa riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (EG 1).

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