padre Paul Devreux Commento X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (09/06/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35

La conseguenza del peccato di Adamo, che vediamo nella prima lettura, è che quando Dio lo chiama, ne ha paura. Non lo considera più un amico e quindi si nasconde. Quando poi viene interrogato, per difendersi accusa la donna, e la donna il serpente che è in noi, e quindi praticamente accusa Dio di averci fatto male. Il risultato finale è che tutti i rapporti di amicizia sono saltati; questo è il frutto del peccato e della diffidenza nei confronti di Dio.

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gesù sta annunciando un Dio troppo diverso, e questo era pericoloso; per questo vogliono venire a prenderlo. Lo vogliono salvare. C’è anche sua madre. Sono tutti in buona fede.

Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Dicono così perché vedono che non osserva le loro tradizioni. Infatti è amico dei peccatori, guarisce di sabato, etc. E’ brava gente, molto religiosa, ma quando gli si parla di un Dio che ama tutti e gratuitamente, non gli sta bene. Come oggi; basta che dico che Dio ci vuole salvare tutti e che non manda nessuno all’inferno, e si scatena l’inferno; e non per via dei lontani, ma dei più devoti.

Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. Loro pensano che Gesù è ambiguo, perché fa del bene guarendo i malati, ma poi non osserva le tradizioni, frutto della paura e diffidenza nei confronti di Dio. Perciò lo considerano pericoloso. Potrebbe indurre incolti in errore, e scatenare l’ira di Dio! Ma Gesù prova a dimostrargli che sbagliano.

In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Dire che Gesù è posseduto da uno spirito impuro, è dire che sta dando un’immagine di Dio menzognera, sbagliata. Significa che rifiutano l’idea di un Dio Padre, che ama i suoi figli, a vantaggio di un Dio padrone, da temere, che punisce i cattivi e premia i buoni. Se ragiono così, non posso essere perdonato, non perché Dio vuole negarmi il suo perdono, ma perché io non accetto un Dio così e quindi anche il suo perdono. Il Perdono è il dono di poter vedere il Dio che Gesù ci rivela. Se lo rifiuto, Dio mi ama così tanto, che ha le mani legate, perché rispetta la mia libertà, come quella dei cattivi.

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Bellissimo! Speriamo che girando lo sguardo, Gesù possa vedere anche noi e ci possa considerare come fratelli. In effetti, quando c’è veramente sintonia con qualcuno, ci si sente come parenti, e anche se i parenti veri vengono meno per tanti motivi, avremo sempre nuovi parenti. Basta fare la volontà di Dio. Questo è fonte di grande libertà e serenità.

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