Don Paolo Zamengo”Conoscere Gesù”

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (09/06/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35

Non c’è pace per Gesù, né dentro né fuori casa: non è compreso. I
concittadini lo giudicano in base al loro tornaconto e concludono in
fretta: “è fuori di sé”. Lo criticano perché si comporta a loro parere in
maniera assurda. Gli scribi partendo da fondamenti teologici stilano
una diagnosi scriteriata: “è posseduto da Belzebul e scaccia i demoni
per mezzo del principe dei demoni”.

Gesù è giudicato eccentrico, fuori dalla normalità. La sua condotta non rientrava nei canoni che si
aspettavano. Viene considerato ‘fuori’ anche da alcuni suoi familiari, propensi a riportarlo ‘dentro’ un
quadro più consono e di buon senso. Gesù dedicava tempo ed energie a tutti, ma essi ritenevano che
dovesse operare a vantaggio esclusivo dei suoi compaesani. Gesù non aveva neppure il tempo di prendere
cibo ma proprio per questo decisero fosse giunto il momento di intervenire e “uscirono per andare a
prenderlo”.
Nel comportamento dei parenti si mescolano l’interesse per la sua persona fisica che non dà importanza al
cibo e al riposo, e anche e soprattutto al rifiuto del suo progetto di vita e della sua missione. Prevalse la
preoccupazione del buon nome, l’onorabilità della famiglia, gli interessi di parte. Doveva vincere la facciata
della rispettabilità, del cosa dirà la gente, proprio come ai tempi nostri.
“Gesù è fuori”. In realtà tutta la vita di Gesù si è svolta fuori. Gesù nasce fuori dal proprio villaggio,
addirittura fuori di casa sua. Si lascia trovare dai Magi, gente venuta da fuori. Andrà in esilio in Egitto fuori
dalla propria patria. Morirà crocifisso fuori dalla porta della città di Gerusalemme.
Gli scribi infatti giungono da Gerusalemme preoccupati dell’eccessiva attenzione che lo circonda. Per gli
scribi Gesù è fuori dall’ortodossia della tradizione ebraica e con la scusa di proteggere la gente sprovveduta
emettono la loro drastica sentenza: è indemoniato. Ma la loro diagnosi non regge. Non è possibile essere
contemporaneamente indemoniato ed esorcista. A un simile attacco Gesù non risponde direttamente ma
usa una similitudine dicendo che Satana non è così sprovveduto da lottare contro se stesso.
Se il regno di satana traballa non è per ragioni interne ma perché è arrivato lui, Gesù, l’inviato del Padre.
Gesù è più forte di Satana e proprio quando sarà inchiodato sulla croce, incatenerà il nemico e sarà in suo
potere e gli sottrarrà anche il potere sugli uomini. Gesù è pienamente cosciente e se la sua presenza
scaccia i demoni, questo è il segno che un altro regno, quello di Dio, è giunto in lui.
E quando sua madre e i suoi cari restano di fronte alla porta e chiedono di vederlo, Gesù finge di non
riconoscerli, addirittura dà l’impressione di rinnegarli e di cancellare in fretta il suo stato civile e i propri
legami familiari. “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Girando lo sguardo su quelli che gli stavano
seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello,
sorella e madre».
È questo lo stato civile di Gesù, la sua nuova identità. Egli appartiene al Padre, alla sua volontà, al suo
amore e alla sua gioia. Gesù si sente unito anche ai discepoli, a tutti coloro che, come lui, fanno la gioia del
Padre. Il Padre, parola misteriosa, che Gesù forse non ha ancora illuminato di più per i suoi interlocutori.
Ma anche parola insondabile, a misura dell’identità profonda di Gesù.
Non solo le folle o i suoi cari o i discepoli ma anche Maria e Giuseppe, un giorno lontano non avevano
capito le parole che aveva pronunciato a proposito della casa del Padre. Sua madre fu lodata da Gesù non
per il grembo che lo aveva portato ma per la parola di Dio che aveva saputo ascoltare e alla quale aveva
lasciato prendere corpo nella sua vita.
Anche oggi sa identificare Gesù solo chi, come lui, fa la volontà del Padre e per questo, in ogni istante, è
generati da Dio, figli nel Figlio, creando così la nuova famiglia di Gesù, l’unica vera famiglia, i suoi fratelli e
le sue sorelle, sua madre, noi.