fra Damiano Angelucci”La cura dell’essenziale”

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (28/07/2024)

Vangelo: Gv 6,1-15

Apriamo con la domanda di Gesù: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. La domanda va nella stessa direzione del vangelo di domenica scorsa, ove si diceva che Gesù sentiva compassione per le folle, perché erano come pecore senza pastore. E non c’è neppure nessuno che si occupa del loro nutrimento.
I discepoli hanno in cassa 200 denari, ma poi spunta fuori un ragazzo con i suoi 5 pani e 2 pesci, più che sufficienti per lui ma ridicolamente insufficienti per gli altri 4999 pellegrini. Qui interviene il colpo di scena del Maestro: dopo la preghiera di rendimento di grazie Gesù distribuisce quel poco cibo che incredibilmente risulta ampiamente sufficiente, tanto da esserci 12 ceste di pane in avanzo.
Qualcuno ha sostenuto che Gesù non abbia moltiplicato il cibo presente, ma piuttosto abbia moltiplicato la generosità dei cuori, facendo si che la generosità di quel ragazzo contagiasse anche tanti altri. La cosa è possibile, ma non sicura. Immaginiamo quanti di quei 5 mila avranno avuto da parte del cibo certamente sovrabbondante per sé, ma anche tanta paura di metterlo a disposizione per il rischio di doverne mangiare solo una piccola e insufficiente porzione. Ma nel momento in cui tutti avessero condiviso il poco di più che avevano a disposizione, diventerebbe spiegabile l’enorme sovrabbondanza.
Il miracolo della condivisione, in effetti, è un miracolo è ancora più grande della moltiplicazione del cibo. Rimaniamo però alla realtà dei fatti: c’è una folla affamata e Gesù che ha compassione dell’uomo – e di quegli uomini in particolare – dà loro da mangiare, a partire dal poco che c’è. Certamente questo pane simboleggia un cibo ben più decisivo, ma di questo parleremo nelle prossime 4 domeniche in cui ascolteremo tutto il capitolo 6 di Giovanni che riporta il discorso di Gesù sul pane di vita. Accogliamo per adesso la buona notizia del vangelo di oggi: ‘Gesù non ci priva mai, mai, dell’essenziale’, perché egli – direbbe san Gregorio di Nazianzio – “con la sua anima è venuto a sanare le nostre anime, e con il suo corpo è venuto a sanare i nostri corpi”. Mettiamo nelle mani di Gesù il nostro poco perché lui lo moltiplichi a beneficio di tutti, e ricordiamoci che la fame di cibo, di pace, di giustizia e tutti gli altri tipi di fame sono piuttosto il frutto del moltiplicarsi dell’egoismo degli uomini. Ma anche le tante, troppe, vittime della cattiveria umana saranno comunque saziati vedranno restituito ciò che sarà stato loro sottratto.

Fonte:https://fradamiano.blogspot.com/