XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (11/08/2024)
La bibbia è un libro che va letto alla luce della Pasqua, della passione morte e resurrezione di Gesù Cristo. Nel brano che abbiamo ascoltato oggi Gesù stesso ha spiegato il senso dell’esodo dall’Egitto alla terra promessa, di fronte al popolo che mormorava, dicendo loro che il vero pane dal cielo, ciò che sazia, ciò che salva, ciò che dà la vita eterna è Lui stesso, non la manna nel deserto, come abbiamo ascoltato domenica scorsa, non i pani e pesci condivisi sul lago, come abbiamo ascoltato due domeniche fa. Per nutrirci del vero pane l’unica cosa che ci viene richiesto è di credere che Gesù è il figlio di Dio. Credere, avere fede in Lui.
A parole sembra tutto molto semplice, però Gesù si scontra con un problema che era presente allora ed è presente anche adesso: il pregiudizio delle persone.
“Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?”
Quante volte, abbiamo etichettato le persone che abbiamo intorno, quante volte non ci siamo stupiti della presenza del Signore nelle persone che conosciamo, delle quali conosciamo i difetti, gli amici, i genitori, l’impiego, il rendimento scolastico. Questo nostro atteggiamento taglia le ali, non consente cioè agli altri di volare. Se solo avessimo fede quanto un granello di senape… saremmo capaci di vedere la presenza del Signore intorno a noi e di accorgerci delle meraviglie del suo amore.
Fonte:https://www.pievescandiano.it/
