XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (25/08/2024) Liturgia: Gs 24, 1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5, 21-32; Gv 6, 60-69
All’assemblea di Sichem Giosuè chiede alle tribù che avevano compiuto il cammino di uscita dall’Egitto e a quelle ritrovate in Palestina, una decisione: ” «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire…”
Giosuè ricorda le tappe di una lunga storia in cui legge l’intervento di Dio e invita a prendere posizione scegliendo chi servire. La risposta del popolo è di accoglienza e impegno nell’affermazione della presenza di Dio liberatore che custodisce e fa camminare: “Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso”
La risposta è di una comunità che si ritrova unita nel dire ‘noi’ e scopre anche la propria identità radicata in un affidamento e in una storia di liberazione: “anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio”. L’assemblea di Sichem indica una scelta, lo scegliere di servire il Signore, il Dio santo, il Dio vicino. E’ scoperta della libertà di servire il Dio che si è fatto per primo incontro e continua a comunicarsi.
Il brano del vangelo di Giovanni conclude la lunga pagina del pane: sorge una domanda “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù chiede ai suoi di passare da un modo di intendere ‘secondo la carne’ ad un un’altra comprensione nell’affidamento allo Spirito: chiede di lasciarsi rinnovare rinascendo dall’alto. E’ un modo nuovo di conoscere che fa vedere oltre e al di dentro, nell’affidamento alle parole di Gesù.
Solo nella forza dello Spirito è possibile vivere in tale orizzonte: “È lo Spirito che dà la vita”. E a questo punto un dialogo esprime la possibilità di una scelta: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Nelle parole di Pietro è racchiuso tutto il senso di affidamento, quale atteggiamento di ‘credere e conoscere’ in modo nuovo Gesù. Il movimento del credere come incontro con Gesù diviene anche via per un conoscere nuovo che apre a seguire le aperture dello Spirito. Chiediamo al Signore di poter seguire le sue parole scorgendo la sua chiamata in questo tempo in cui siamo tentati anche noi dalla delusione e dallo sconforto.
Alessandro Cortesi op
Fonte:https://alessandrocortesi2012.wordpress.com/
