Sr. Miriam«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) Liturgia: Sap 2, 12.17-20; Sal 53; Gc 3, 16-4, 3; Mc 9, 30-37

Sentirsi grandi, i primi perché si è al servizio umile e incondizionato degli altri non ci appartiene, non fa parte della nostra logica umana. Questa è però la proposta di vita, lo stile esistenziale che ci indica Gesù e certamente non per masochismo ma per una piena felicità e beatitudine. Si tratta di una inversione a u, di una conversione per la nostra mente, per il nostro cuore che Gesù ci invita a fare oggi.

Come è possibile? Certamente il Signore Gesù non ci chiede un eroico volontarismo, a denti stretti. Il suo porre in primo piano un bambino nel bel mezzo di un discorso tanto impegnativo non sarà per suggerirci di ritornare bambini nell’ascoltarlo, nell’accogliere la sua parola? Un bambino si lascia stupire, crede all’amore di chi lo abbraccia, si fida. Fidiamoci, affidiamoci anche noi, oggi alla parola di Gesù.

Con la sua passione, morte e risurrezione ci ha aperto una strada, ha spalancato davanti a noi una porta che nessuno potrà mai chiudere. Il suo Spirito riversato nei nostri cuori ci dona un respiro da figli di Dio.

Ci fa alzare lo sguardo e ci fa scorgere fiduciosi il volto del Padre “che si offre a noi come a figli” e ci rivela che c’è gioia, pienezza di vita quando ci si riconosce fratelli e sorelle, non rivali o concorrenti.

Sr. Miriam

Monastero di Lovere