III Domenica di Avvento (Anno C) – Gaudete (15/12/2024) Liturgia: Sof 3, 14-18a; Sl: Is 12, 2-6; Fil 4, 4-7; Lc 3, 10-18
“Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! …Re d’Israele è il Signore in mezzo a te”. Il Signore è presente in mezzo al suo popolo come in un grembo: in mezzo a te, cioè nelle tue viscere, nel tuo grembo. Dio stesso, in mezzo al suo popolo, apre novità di vita e porta la pace sperata. La sventura non ci sarà più; «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente”. La presenza di Dio è intervento di salvezza e liberazione. Il ‘Dio che viene’ non ha il volto minaccioso e terribile ma è visita di presenza vicina e familiare: arreca gioia, e genera nuova speranza. “Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”. L’annuncio di Sofonia indica la radice di una gioia racchiusa nell’invito Rallegrati figlia di Sion: non sta nell’illudersi che le cose vanno bene e nemmeno nella superficialità di chi vive ignaro dei drammi della storia. Sta invece nella consapevolezza di una presenza di benevolenza e di perdono, di un incontro che apre nuova speranza: ‘re d’Israele il Signore è in mezzo a te’.
‘Che cosa dobbiamo fare?’ è la grande domanda rivolta a Giovanni Battista da varie categorie di persone, di ogni tipo, che si recano a lui. Chi si avvicinava a Giovanni scorgeva nella sua testimonianza una apertura di speranza ed un invito al cambiamento. Il Battista ha parole dure che richiamano ad un orientamento nuovo, a rivedere la vita verso nuove direzioni. Chiama a prepararsi per accogliere un messia che deve venire ‘più forte’. Alle folle Giovanni dice: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”: è la prima indicazione di una vita orientata nel senso della condivisione, del considerare i beni e le capacità non come qualcosa da trattenere o da accaparrare. E’ indicazione di uno stile di condivisione e attenzione all’altro, verso chi non ha il necessario e verso chi ha meno.
Agli esattori delle tasse, pubblicani collaboratori dei romani, potenza occupante, Giovanni dice: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. A queste persone che gestivano il denaro e potevano attuare una forma di dominio chiede di non rubare, di non usare il loro ruolo per truffare e sfruttare. E’ indicazione di uno stile di rispetto e di onestà che implica attenzione agli altri. Anche dei soldati si recano da Giovanni e a loro dice: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”. Chiede loro di vivere uno stile nuovo. E’ rovesciamento della mentalità di chi domina e maltratta gli altri. E’ richiesta di un modo di intendere il rapporto con gli altri non usando violenza e sopruso ma nel rispetto.
Giovanni presenta l’urgenza di un cambiamento. Richiama a scelte di vita su orizzonti nuovi: condividere i propri beni e il nutrimento perché tutti possano mangiare, vivere la giustizia, stare al proprio posto di lavoro immettendo nel proprio impegno onestà e rispetto. A tutti, in forme diverse, è richiesto di cambiare mentalità, di vivere in modo diverso il proprio quotidiano. Giovanni indica uno più forte che sta per venire: è annuncio di un intervento di Dio nella storia, atteso vicino, che comporta un giudizio: “…viene uno che è più forte di me… tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. Paglia è simbolo di tutto ciò che sembra importante ma si rivela senza consistenza nella vita e vola via portata dal vento.
Giovanni annuncia uno più forte che battezzerà in Spirito santo e fuoco. Gesù aprirà nuovi orizzonti ponendo esigenze radicali ma anche donando lo Spirito. Lo Spirito porterà a compiere quanto è umanamente impossibile, e solo perché nulla è impossibile a Dio. Solo dal suo dono, dal suo amore, sorge la possibilità di una vita nuova, per tutti. Luca richiama l’amore forte e tenero di Gesù che presenta nella sua vita il volto dell’amore del Padre che invita poveri e peccatori al banchetto della sua gioia: il fuoco che Gesù porta è la misericordia di Dio che conduce ad essere misericordiosi come il Padre.
Alessandro Cortesi op
Fonte:https://alessandrocortesi2012.wordpress.com/
Traccia delle meditazioni con gruppo Amici di san Domenico Pistoia 5 e 12 dicembre 2024
