IV Domenica di Avvento (Anno C) (22/12/2024) Liturgia: Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45
Una frase semplice da capire, ma che ha alle spalle un significato pieno del vissuto di Maria di Nazareth.
Credere alla persona di Dio vuol dire credere alla sua parola.
E chi crede ascolta, mette in pratica e osserva.
Questo è il caso di Maria, che immediatamente dopo l’annuncio dell’ angelo Gabriele, appena saputo della gravidanza della cugina Elisabetta, senza saper nulla da fonti umane della sua gravidanza “si alzò e andò”.
Importante è osservare l’azione dello spirito che permette a Elisabetta di
conoscere ciò che è avvenuto in Maria senza che ella glielo avesse preannunziato.
Soltanto con un saluto, Maria ha acceso di gioia Giovanni ed Elisabetta.
Con un saluto ha acceso di gioia perchè era piena dello Spirito del Signore.
Già dal grembo di sua madre Giovanni indicava la presenza del Messia e il segnale che ci trasmette per riconoscerlo è proprio la gioia, una gioia esultante.
Questo è il messaggio di chi ha accolto in se la buona notizia.
Accendere.
Accendere di gioia il cuore degli uomini!
A questo siamo chiamati.
E come Maria anche noi siamo capaci di far questo, e riusciamo a farlo soltanto se siamo capaci di credere alle parole che il Signore ha da dire ad ognuno di noi.
Chissà quante persone stanno attendendo come Elisabetta questo saluto, questo annuncio.
E noi siamo capaci di portarglielo?
Possa essere per noi questo tempo di avvento un tempo di attesa, attesa che sa attendere con amore, che sa sperare e credere nell’arrivo della Parola che Dio ha da donare a ciascuno di noi.
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