Don Paolo Zamengo”Apri la finestra: guarda che panorama!”

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Nm 6, 22-27   Sal 66   Gal 4,4-7   Lc 2,16-21

Nel nome del Padre inizia il segno della croce, nel nome della
Madre inizia la vita, nel nome della Pace inizia il nuovo anno. E lo
iniziamo anche noi con uno sguardo rinnovato, nel segno dei
pastori: “(i pastori) andarono senza indugio e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo
visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”.
I pastori sdraiati a osservare le costellazioni e le stelle, sono saltati
in piedi e si sono messi a correre. Passavano tutto il giorno a
fiutare pascoli, a conquistare tappe nel deserto, ad annusare l’odore della pioggia e il riverbero
della terra prossima al risveglio. I loro cuori erano come pozzi in cui salivano e scendevano secchi
di domande da riempire e risposte spesso troppo vuote e tristi.
Poi, dopo notti a contare pecore, la sorpresa. La grande sorpresa, quella che vale un’eternità:
“trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia”. Ecco Maria, la donna
nelle cui pupille s’intrecciavano attese secolari, fuochi sopiti sotto le ceneri del tempo. Ecco
Giuseppe. Finalmente un volto all’uomo più silenzioso dei Vangeli, l’uomo dei sogni. Di giorno
l’esperienza dura, interminabile della bottega, popolata di clienti e di problemi. Di notte l’irruzione
imprevista, serena, indicibile in un pezzo di cielo popolato di angeli e di presagi.
E poi eccolo, finalmente, il centro dell’Attesa, il Bambino più paradossale della storia, nei cuoi
occhi s’incrocia la speranza di un’umanità assetata che sogna la salvezza. Volti e storie Maria,
Giuseppe, Gesù.
Poche parole per il primo presepio. E dentro la potenza del Mistero: “non temete, vi annuncio una
grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato un Salvatore, Cristo
Signore”. E allora giù di nuovo di corsa, magari trafelati e spettinati dal vento che sale nel pieno
della notte di Palestina, giù di corsa lungo il dorsale delle colline, saltando il greto di qualche
torrente.
Nel nome dei pastori inizia l’anno: pastori di pace nel grembo della storia. Perché Dio è dentro la
storia: dentro la tua gioia, dentro la tua stanchezza, dentro i tuoi dubbi e dentro la tua paura,
dentro la tua storia e dentro la tua fatica.
E’ una presenza drammatica, sfigurata di bellezza e luminosa di fulgore che oggi dà inizio a
qualcosa di nuovo: oggi all’una, alle sei, alle dieci. O forse domani alle tre, alle quattro. In qualsiasi
momento inizia qualcosa di nuovo perché “un Bambino è nato per voi!”
A Maria l’angelo era apparso nell’ora che precede il giorno quando la casa era limpida come uno
specchio. Ai pastori viene nell’ora della fiamma, quando il sonno rende prigioniero l’uomo.
L’angelo cala come un falco su quegli uomini che sognano, sui sognatori della storia. Perché solo
su di essi si poserà la benedizione divina.