EPIFANIA DEL SIGNORE
Is 60,1-6 Sal 71 Ef 3,2-3.5-6 Mt 2,1-12
Giovanni Crisostomo
I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino.
«Nato Gesù a Betlemme di Giudea». Ecco l’evento che cambia la storia e segna l’inizio della rivelazione della salvezza e dell’amore di Dio nella persona e nella vita di Gesù Cristo. Pochissime parole per indicare il centro del tempo.
Questa nascita, che è appena un granello di sabbia che si rivelerà la pietra preziosa per la quale dare via tutto, suscita emozioni contrastanti: da un lato il turbamento di Erode e di Gerusalemme, all’inizio del racconto; dall’altro, la gioia grandissima provata dai Magi, alla fine.
Lo stesso evento viene ricevuto come una minaccia e un rischio dal cuore di alcuni, come una carezza e un conforto dal cuore di altri. Per coloro che vivono chiusi nelle loro rigide sicurezze e nell’apparenza del riconoscimento sociale, la nascita di Gesù costituisce un richiamo, un avvertimento. Per coloro che si sono posti in viaggio, per andare in altra e nuova terra, Gesù bambino è una conferma e un incoraggiamento che sollecita a proseguire nel cammino.
In ogni caso la notizia della nascita di Gesù è salvezza, il Suo nome è motivo di lode e riconciliazione: per i cuori turbati è invito alla conversione di vita, per gli spiriti confortati è aiuto e sostegno. Tutti comunque amati, perché lo sappiamo, Gesù è nato, venuto nel mondo, non per condannare, ma per salvare.
Nella luce della stella che ha guidato i Magi all’incontro con il Bambino, tutto di noi è illuminato e accolto, ciò che è già orientato al Signore e ciò che non lo è, nascosto o evidente che sia. Mettiamoci in cammino e alzando lo sguardo vedremo la stella.
Fonte:https://getupandwalk.gesuiti.it/
