Leonardo Angius SJ “Ordinario tempo di festa”

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Is 62,1-5   Sal 95   1Cor 12,4-11   Gv 2,1-11

No, veramente non… non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi e io sto buttato in un angolo… no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate “Michele vieni di là con noi, dai!” e io “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo.

Nanni Moretti, Ecce bombo

È ricominciato il tempo ordinario dopo lo straordinario delle feste e ci troviamo di fronte a una festa, delle nozze a cui Gesù, Maria e i discepoli sono invitati. E noi con loro.
Nel mezzo di questa festa, risuona solitaria la voce di Maria: «Non hanno vino». Il suo sguardo attento e premuroso nota che il vino della festa è finito e la festa rischia di fare lo stesso. Lo straordinario della celebrazione rischia di finire nell’ordinaria amministrazione.

È un po’ il passaggio che si vive nel concludersi delle vacanze e nel ricominciare le attività di ogni giorno. Dalle cene, dagli incontri con amici e familiari, dai tempi di lettura e di piacere si ritorna alla routine degli impegni, delle responsabilità, del già visto. Il vino viene a mancare, ci si accontenta dell’acqua della purificazione, dei riti necessari e utili, in attesa della prossima festa. La gratuità della celebrazione lascia lo spazio alla necessità dei doveri.

Anche in questa situazione però Maria dice: “Non hanno il vino” o meglio “Non lo cercano neppure”, il che è anche peggio. Mai come questo Natale si è parlato dell’importanza del vino quando si tratta di stare assieme, della difficoltà a pensare lo stare insieme senza il vino. La gioia del vino, che Gesù porta agli uomini come frutto della sua salvezza, è la gioia della comunione, dello stare insieme con e per gli altri.

E il tempo ordinario può e deve essere bagnato dal vino della comunione. Può essere straordinario solo se non finiamo in un tunnel di doveri e di routine che ci isolano ma riconosciamo che gli altri ce li abbiamo con noi ogni giorno ed è questo che apre il passo alla festa.

L’invito è ad ascoltare la voce di Maria e a fare quello che dice Gesù, in modo che da servi possiamo diventare ospiti di una festa di nozze.

Leonardo Angius SJ

Fonte:https://getupandwalk.gesuiti.it/