Domenica 9 Febbraio (DOMENICA – Verde)
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Gesù si appassiona per ciò che sta dicendo. Pressato da ogni
parte dalla folla, eppure si accorge delle due barche che intanto
sono giunte a riva: i pescatori sono scesi e lavano le reti. Gesù
immagina da lontano i loro volti sconsolati per le reti vuote. È un
osservatore attento il Signore Gesù.
Tant’è che, anche dopo aver parlato dalla barca alla folla, non se ne va. Forse aveva letto, salendo
sulla barca, negli occhi di Simone la delusione per una notte di fatica sul lago, notte senza successo, senza risultati. E vuole dargli una possibilità nuova.
Sale su una delle due barche, quella di Simone, e gli chiede di scostarsi dalla riva. Ora è seduto e
parla dalla barca. Con poche parole l’evangelista Luca descrive una situazione reale, che potrebbe
però anche diventare un simbolo bellissimo. Gesù chiede, e lo chiede a ciascuno di noi, di salire
sulla nostra barca, sulla barca della nostra vita, e ci chiede di mettergli a disposizione la vita per
raccontare Dio, per dire la notizia buona del Vangelo. Vogliamo mettergli a disposizione la barca
della nostra vita?
E ancora mi stupisce in Gesù l’invito ad andare oltre. Oltre a un freddo calcolo e oltre a un rigido e
spietato razionalismo. E beato Simone che va oltre e crede a quella parola che ha dell’incredibile:
“Scostati verso il largo e calate le reti per la pesca”. Simone è uomo pratico ma non è solo realista,
gli dice: “È vero, Maestro, abbiamo faticato tutta la notte, non abbiamo preso niente. Ma sulla tua
parola calerò le reti”.
Vado oltre, pensa Pietro, vado al di là delle probabilità umane, vado oltre la mia esperienza di
pescatore, vado al largo, non mi lascio bloccare dagli insuccessi. Non mi arrendo a tutto ciò che mi
restringe. E do fiducia alla tua parola. La Parola di Gesù porta al largo e mi dice che c’è sempre una
possibilità nuova.
C’è da diffidare, c’è sempre da diffidare delle parole passate per parola di Dio, che sono parole che
non portano al largo ma portano al chiuso, al restringimento del cuore, parole che ti inchiodano ai
tuoi insuccessi e magari li appesantiscono, sbandierando chissà quale sanzione divina: “Ti sta
bene. È castigo di Dio”.
No. Dio ha parlato in Gesù ed è un Dio che invita a non arrenderci, a non arrenderci mai, ad andare
alla larga dei profeti di sventura, al largo dei pensieri di sfiducia, al largo da tutto ciò che ci
deprime. Le virtù che sono di Dio sono le fede, la carità e la speranza. La speranza la parola magica
di questo anno santo.
È affidandoci, è abbandonandoci all’incredibile, all’inconsueto, all’impensato, al non calcolato che
la barca si riempie. E allora ti chiedi: Ma chi è passato sulla mia barca, chi mi ha dato questo
coraggio e questa forza? Chi ha attraversato la mia vita? E tu dici: È passato Dio, è passato Gesù.
Quante volte è passato sulle nostre povere barche, legni oscillanti, vite fragili, qualche volta vite
vuote. E ci ha portato al largo. Ha fatto un miracolo, ancora prima di quello dei pesci. Sbaglierò,
ma più importante di quello dei pesci: il miracolo è di non abbandonare la barca, la barca e il
mestiere di vivere, il miracolo del ritentare, il miracolo di credere e di sperare. E quando ti accorgi
che è passato Dio, non chissà dove ma sulle nostre barche quotidiane, ci prende un senso di
timore, come Simone, come i suoi compagni di ventura.
Timore che non è paura di Dio, ma senso della nostra piccolezza e della nostra fragilità, del nostro peccato: “Allontanati da me, perché sono un uomo peccatore, Signore”. E Gesù a Simone: “Non temere. D’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Cercherai i tuoi fratelli.
Così è Dio. Quando uno di noi, preso dal senso del mistero, si trova a fissare sgomento la sua
condizione, Dio lo distoglie da quell’immagine che deprime e gli dice: “Non temere. D’ora in poi
sarai pescatore di uomini”. Dio non si ferma su ciò che è stato, dice invece: “D’ora in poi”. C’è un poi. C’è un poi per tutti. C’è un poi da riempire con la nostra responsabilità verso gli altri, con la
custodia degli altri, con la passione per tutti gli altri. D’ora in poi andiamo con Gesù.
