Domenica 23 Febbraio (DOMENICA – Verde)
VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23 Sal 102 1Cor 15,45-49 Lc 6,27-38
Ci troviamo ai vertici della paradossalità degli insegnamenti di Gesù: il perdono dei nemici, l’amore dei nemici, dare e donarsi senza aspettarsi nulla in cambio. Cose impossibili e fuori dell’umano se non fosse che chi parla, colui che le sta proponendo a noi ascoltatori la ha vissute lui per primo. Non sono cose fuori dell’umano perché tutta la vita di Gesù è la vita divina tradotta nel linguaggio umano, è la vita del figlio unigenito dell’Altissimo che nella sua volontà (sottolineo: umana!) accetta fino alla fine di vivere come Dio propone.
Forse proprio questo ci sfugge e ci trasmette l’idea di una strutturale impraticabilità dei suoi insegnamenti: Gesù era così compiutamente uomo, oltre ad essere vero Dio, da avere anche una libera volontà umana. Lo sto dicendo in pochi secondi e con poche parole ma la questione fu dibattuta vivacemente nei primi secoli del cristianesimo, a tal punto da richiedere la convocazione di un Concilio ecumenico, cioè generale, di tutti i vescovi della Chiesa. Alcuni che a fatica avevano accettato l’idea che Gesù fosse anche un vero uomo, affermavano però che tale umanità fosse incompleta e che in lui ci fosse solo una volontà divina.
Invece no: Gesù aveva anche una volontà umana, con la quale si sottomise al volere del Padre. Ricorderete Gesù nell’orto degli ulivi: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. (Lc 22,42).
Non solo quindi è possibile vivere lo stile dell’amore evangelico, ma ne abbiamo anche la possibilità, perché abbiamo Gesù che intercede continuamente a nostro favore. (cf. Eb. 7,25) lui che continua a donarci la sua forza e il suo amore gratuitamente. Ora è chiaro che se l’uomo cerca la ricompensa umana, il beneficio e il contraccambio per i suoi atti decade dal regime della Grazia. Se il nostro bene si rivolge a chi già ce ne fa, o a chi abbiamo la speranza che ce lo renda, non siamo più nell’atteggiamento di chi sa di aver già ricevuto tanto. L’uomo del vangelo invece non compie gesti d’amore per avere contropartite ma perché si sente lui per primo, proprio perché imperfetto, oggetto di un amore infinito, e chiamato a ricambiare tale amore attraverso gesti di gratuità ai fratelli, buoni o malvagi che siano.
Fonte:https://fradamiano.blogspot.com/
