Pieve di Scandiano”Un cuore sapiente medita le parabole…”

Domenica 2 Marzo (DOMENICA – Verde)
VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Sir 27,5-8   Sal 91   1Cor 15,54-58   Lc 6,39-45

Un cuore sapiente medita le parabole…

Forse siamo tutti un po’ cechi quando non sappiamo riconoscere chi è il nostro maestro, e forse siamo altrettanto cechi quando ci facciamo più grandi di quello che siamo in realtà.

In questa parabola ci viene data una misura, cioè un limite, che ci permette di poter aiutare chi è cieco.  Riconoscere chi è il maestro e prepararsi alla sua scuola. E riconoscere in noi la capacità di essere come il nostro maestro, non un millimetro in più.

Infatti, Gesù si è fatto carne, ha assunto la nostra condizione umana per innalzarla alla sua, cioè alla condizione divina e solo Lui è il nostro maestro, mentre noi siamo tutti fratelli…

Molte volte i nostri fratelli ci fanno da specchio e in loro siamo capaci di vedere i difetti che abitano il nostro cuore.

Quando si vedono i difetti degli altri, si può cadere nella tentazione di correggerli facendosi loro maestri, come se uno fosse più grande di loro, come se uno già sapesse cosa c’è da cambiare e da correggere nei modi e nei comportamenti altrui.

Gesù ci mette in un’altra ottica, ci invita a valutare ciò che del nostro fratello ci fa attrito, ci dà urto, ci sta scomodo, e ci invita a togliere questa trave che abita nel nostro cuore e che è collegata alla vista di chi ci sta di fronte. Ovviamente due fratelli si conoscono bene, due estranei molto meno; questo tante volte è un motivo per cui con la gente che conosciamo da poco facciamo meno fatica, mentre con quelli che abitano con noi facciamo molta più fatica.

Così comprendendo questo immenso tesoro che sono i nostri fratelli, o sorelle, ci accorgiamo di ciò che in noi stessi dobbiamo coltivare o estirpare.

Un albero dà buon frutto quando viene curato e coltivato bene. Ma se un albero non è curato e non è coltivato bene, come potrà portare buon frutto? 

Così anche noi. Quando riconosciamo i nostri sbagli, i nostri difetti e siamo capaci di correggerci allora siamo capaci di tirar fuori il bene che c’è in noi stessi e diventiamo capaci anche di correggere e di tirar fuori il bene che c’è negli altri. Ma se da noi stessi non sappiamo tirar fuori nient’altro che il vedere i difetti altrui… cosa mai potrà uscire dal tesoro del nostro cuore?

Molte volte Gesù si fa maestro nei nostri fratelli, facendosi specchio per aiutarci a correggerci. Così il ferro si lavora con il ferro, mentre l’uomo si lavora con il fratello.