Domenica 9 Marzo (DOMENICA – Viola)
I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)
Dt 26,4-10 Sal 90 Rm 10,8-13 Lc 4,1-13
Gesù “fu condotto dallo Spirito nel deserto….”: questa è
la parola che apre la Quaresima. Leggendola, credetemi,
si è svegliata nel cuore come la nostalgia che anche noi
possiamo dare verità a questa parola. Che di me, di
ciascuno di noi si possa dire che, quest’anno, siamo stati
condotti dallo Spirito nel deserto.
Dipenderà anche da noi lasciarci condurre in questa terra di interiorità non opponendo resistenze
allo Spirito. Possiamo trovare anche tante scuse, per un certo verso plausibili, perché i problemi
che oggi ci assediano, ci chiedono di restare nelle città, a presidiare le città, perché sono tanti e
sono gravi i pericoli che attraversiamo e occorre vigilare.
Ma forse qui sta l’equivoco: se trascuriamo l’invito della Quaresima al deserto, all’interiorità, poi
saremo più vigilanti nel mondo? Ricordo la parola forte di uno che certo non potrebbe essere
accusato di evasione dai problemi dell’uomo: Don Primo Mazzolari. “Il mondo” diceva “si muove
se noi ci muoviamo, cambia se noi cambiamo, si fa nuovo se l’uomo si fa nuova creatura, ma si
imbarbarisce se scateniamo la belva che è in noi”.
L’ordine nuovo comincia se qualcuno si sforza di diventare un uomo nuovo. La Quaresima va in
questa direzione e dunque mi lascerò condurre dallo Spirito nel deserto? “Dove Gesù fu tentato
per quaranta giorni dal diavolo…”: è scritto. Essere tentati, o, se volete, essere messi alla prova.
Forse, anche a proposito delle “tentazioni”, c’è un equivoco da sfatare. Essere figli di Dio non ci
mette al riparo dalla tentazione. Non siamo meglio di Gesù, il figlio amato. Anche lui fu tentato!
Noi siamo figli e siamo tentati!
Anche Israele fu tentato. Le tentazioni di Gesù sembrano ripercorrere quelle di Israele e anche
Israele fu chiamato figlio, in Egitto. “Dirai al Faraone: dice il Signore: Israele è il mio figlio
primogenito”. E, subito dopo, tentato nel deserto. Così anche noi figli e tentati, tentati, messi alla
prova, messi alla prova per tutta una vita; perché quaranta è il numero per dire una vita.
Eppure oggi, confessiamolo, sembra che non esistano più tentazioni o che la tentazione non ci
riguardi più. Quasi fossimo diventati figli maggiorenni e immuni. E questo mi fa pensare. Non sarà,
mi chiedo, che questo sia dovuto a una sorta di coscienza evanescente, a uno svigorimento della
tensione dello Spirito? Non siamo né figli immuni dalla tentazione né preservati dalla tentazione.
Benedetto questo tempo di Quaresima che ci fa in qualche modo tornare nel deserto. Mi sono
tornate più volte nel cuore le parole del profeta Osea, le parole di un Dio innamorato, parole
dell’innamoramento di Dio: “Ecco lo attirerò a me, lo condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Là canterò come nei giorni della sua giovinezza come quando uscì dal paese d’Egitto”(Os 2,16-17)
Forse è vero che non cantiamo più come nei giorni della nostra giovinezza, forse tutto questo è un
sintomo del nostro peccato che il nostro cuore denuncia, che la vita, la mia vita e la nostra si è
come appesantita, ha perduto di intensità, di vibrazione, di entusiasmo. E’ avvenuto come un
logoramento, come un invecchiamento precoce.
Preghiamo allora Dio che ci attiri e ci conduca nel deserto. E parli al nostro cuore. Ma la traduzione
letterale del testo ebraico dice: parli sul nostro cuore, parlare sul cuore è il segno dell’intimità.
Sono tanti quelli che parlano, ma sono pochi quelli che parlano sul tuo cuore. Lasciamo che in
questa Quaresima Dio ci parli sul cuore.
E continua il profeta: “toglierò dalla bocca i nomi del Baal, che non saranno più ricordati” (Os.
2,19). Ecco, Dio ci libererà dai Baal, cioè da coloro che esercitano su noi un diritto di proprietà:
((ba’al) in ebraico significa signore, padrone, uno che ti compra. Ti compra, ecco il Vangelo d’oggi,
ti compra con il pane, con l’ambizione, ti compra con il miraggio del potere. Ma, in pratica, ti fa
schiavo, ti fa cadere alle sue ginocchia. “Tutto ti darò, se prostrandoti, mi adorerai.”
È importante e urgente vigilare, ritirarci nel deserto dell’interiorità e del silenzio per smascherare
tutto ciò che si va profilando come attentato alla nostra libertà. Ci aiuti Gesù, icona della libertà:
lui che non si è lasciato comprare né dal pane, né dall’ambizione, né dal miraggio del potere.
Ha adorato solo Dio, Lui, terra della più pura libertà.
