Matteo Suffritti SJ”Incontràti qui, dove siamo”

Domenica 30 Marzo (DOMENICA – Viola o Rosaceo)
IV DOMENICA DI QUARESIMA – LAETARE (ANNO C)
Gs 5,9-12 Sal 33 2Cor 5,17-21 Lc 15,1-3.11-32


Sono il discepolo di un pastore santo, che ha occhi grandi;
il suo sguardo raggiunge tutti.

Dalla stele di Abercio di Gerapoli, fine II secolo

Perla unica al cuore del vangelo di Luca, Gesù condivide questa parabola con tutti quelli che anche oggi si avvicinano a lui, in molti modi diversi. Ci sono alcuni che riconoscono con semplicità di non essere dei perfetti, di aver fatto degli errori, che arrivano animati dal desiderio di stare un po’ con lui, di ascoltarlo. Ci sono altri cresciuti con la grande preoccupazione di fare tutto bene, di essere considerati giusti, che sembrano accostarsi al rabbi di Nazareth con la segreta certezza che potranno senz’altro borbottare qualche critica. Tra questi estremi, un ventaglio di posizioni in cui possiamo riconoscerci anche noi.

La parabola del padre misericordioso tocca una varietà di temi centrali nell’avventura di ciascuno. Si tratta delle relazioni fondamentali, di figliolanza e fraternità, di vita e di morte, di libertà e di schiavitù, di verità e di rappresentazione, di fame e di abbondanza, di distanza e di abbracci, di piacere e di sofferenza, di perdono e di rabbia.

È una storia che ci invita a immedesimarci nei personaggi, a confrontarci con le loro scelte e i loro sentimenti. Ma soprattutto siamo chiamati a sbilanciarci davanti a questo finale sospeso. Come risponderà il figlio maggiore all’invito del padre, rientrerà in casa? Come lo farà? Si unirà alla festa? E il fratello ritrovato come sta vivendo questa festa inattesa e come vivrà questa vita nuova che si è dischiusa nell’abbraccio e nelle parole del padre?

Gesù presenta ai suoi compagni la figura di un padre che non si stanca di rilanciare la palla della vita nel campo del cuore di ogni figlio. Un padre che esce di casa e che viene incontro ad ogni suo figlio incontrandolo lì dov’è, parlandogli nella verità dell’amore, senza giudicarlo. L’immagine inaudita di questo padre mette in movimento le immagini perverse di Dio che possono abitare il nostro intimo: l’immagine di un Dio autoritario, lontano, che non si interessa di noi e dei nostri problemi, un Dio giustiziere che condanna, che punisce. Il figlio che conosce il cuore del padre sa quanto ogni fratello ha bisogno di incontrare il vero volto di Dio.

Matteo Suffritti SJ

Fonte:https://getupandwalk.gesuiti.it/