Don Paolo Zamengo”La strada, la casa, la pace”

Domenica 6 Luglio (DOMENICA – Verde)
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Is 66,10-14   Sal 65   Gal 6,14-18   Lc 10,1-12.17-20

Cosa proviamo ascoltando le parole di Gesù? Con gli apostoli
Gesù cammina per le strade, dentro le case, sotto il cielo.
Leggerezza, semplicità, freschezza. Non avevano niente, quasi
niente e camminavano per le strade.
Oggi ci sono i piani pastorali, gli uffici, la pianificazione
programmatica, i consigli ristretti, i documenti, le
complicazioni liturgiche… Avverto un certo disagio
burocratico. Oggi non sappiamo più che cosa inventaci, cosa escogitare per attirare, per colpire la fantasia,
per emozionare e sorprendere, per aumentare il numero e forse le conversioni.
E i primi discepoli partono senza pane, senza bisaccia, senza denaro, senza nulla. Solo un bastone per
appoggiare la stanchezza e un amico per sostenere il cuore. Senza cose, semplicemente uomini. Perché la
forza del vangelo è nel fuoco del cuore, è nella forza che ci fa partire e che ha nome Gesù.
Ora diamo tanta importanza, anche troppa, all’organizzazione, ai piani strategici, ai numeri. Ma lo spazio di
Gesù è quello della normalità, della strada, della casa, dei pascoli, delle vigne, del grano, dei bambini, della
pesca, della barca. Le parole di Gesù vanno vissute prima che proclamate, nella bellezza leggera dei
sentimenti.
Gesù ama la strada di tutti i giorni dove cammina la gente e ama la normalità della casa e il suo calore,
“mangiando e bevendo di quello che hanno”. Dentro la bellezza dell’ospitare e dell’essere ospitato. È di
qua che passa il Vangelo e anche oggi passa di cuore in cuore, per un contagio, questo sì, buono.
Il viaggio dei discepoli è come una discesa verso l’uomo, così com’è, prima del denaro, prima dei ruoli,
prima dei numeri, prima. Anche per questo i discepoli saranno perseguitati, perché capovolgono la
gerarchia e il potere.
Gesù affida alla sua chiesa tre strade: seminare pace, prendersi cura, annunciare che Dio è vicino. Portano
pace. E la portano a due a due, perché non si vive da soli. La pace è relazione. Comporta almeno un altro,
comporta due in pace, in attesa dei molti che siano in pace, dei tutti che siano in pace. La pace non è
semplicemente la fine delle guerra. È la pienezza di tutto ciò che desideri dalla vita. “In qualunque casa
entrate prima dite: Pace a questa casa”. A “questa” casa, capite, non a una casa generica. A questa, a
queste pareti, a queste finestre, a questa tavola, a questi volti.
State in pace: il regno di Dio, con Gesù, si è fatto vicino. il Regno di Dio è qui. Il Regno è il mondo come Dio
sogna. Dove la vita è guarita, dove la pace è fiorita. Dove abiti tu, dove tu vivi.
Curate i malati. La guarigione comincia dentro, quando qualcuno ti si avvicina, ti tocca, condivide un po’
del suo tempo, condivide un po’ di cuore con te. Esistono malattie inguaribili ma nessuna è incurabile,
nessuna di cui non ci si possa prendere cura.
Quante volte è nominata la casa in questo brano del vangelo! La casa, il luogo più vero, più umano, dove la
vita può essere guarita. Il cristianesimo è significativo nel quotidiano, nei giorni delle lacrime e della festa,
nei figli buoni e in quelli prodighi, quando l’amore sembra lacerarsi, quando l’anziano perde la salute.
Nella casa la Parola è conforto, è forza e luce.
La Parola di Dio scende come pane e come sale, sta come roccia a sostenere la casa.