Domenica 31 Agosto (DOMENICA – Verde)
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Sir 3,17-20.28-29 Sal 67 Eb 12,18-19.22-24 Lc 14,1.7-14
Di Don Paolo Zamengo
Il vangelo di oggi ci propone la grande parabola della vita.
Quale posto sceglie l’uomo e quale posto sceglie Dio? Le
parole di Gesù ci rivelano i suoi pensieri perché siano
sempre più anche i nostri pensieri. Lungo il viaggio che
conduce a Gerusalemme, Gesù si era fermato a casa di
Marta e Maria, poi alla mensa di un fariseo e ora si reca “a
casa di uno dei capi dei farisei”.
Condividere la mensa di Gesù significa mangiare lo stesso pane, vivere la comunione e l’amicizia,
condividere la vita e imparare ad essere come lui, partecipi della stessa sorte, perché Dio per primo
condivide la condizione dell’uomo, la storia di ogni uomo, del giusto come del peccatore. Il posto che
Gesù sceglie per sé è l’ultimo. Anzi, non solo Gesù sceglie di farsi “ultimo” alla mensa ma addirittura
non lo troviamo neppure fra coloro che stanno a tavola: “io sto in mezzo a voi come colui che serve”
(Lc 22,27).
Ci stupisce lo “stile” di Dio perché il criterio è scegliere l’Amore e l’Amore mette sempre l’amato al
primo posto, prima di se stesso! Per contrasto, il vangelo di oggi ci mostra invece che, alla mensa del
capo dei farisei, gli invitati “sceglievano i primi posti”. Da sempre l’uomo vuole i posti d’onore, vuole
primeggiare, mettersi in mostra, in vetrina, apparire come il migliore. L’uomo vuole mostrarsi grande
per distinguersi. E non illudiamoci che questo atteggiamento appartenga solo ai farisei del tempo di
Gesù! Magari!
Basta guardarci dentro e attorno e vediamo che nessuno è immune da questa pretesa. E anche,
nella vita di tutti i giorni, l’uomo vuole scegliersi i propri commensali “gli amici, i fratelli, i parenti e i
ricchi vicini”, nella speranza, non nascosta, di ricevere il contraccambio, instaurando con loro un
rapporto commerciale, basato sul dare per avere .
Per Dio gli ospiti speciali al banchetto del suo Regno sono gli ultimi, gli emarginati, i poveri: sono loro i
primi destinatari della sua preferenza perché è caratteristica dell’amore di Dio elargire e donare il
suo amore gratuitamente e senza riserve a chi non può ricambiarlo. Dio sceglie coloro che nessuno
sceglierebbe perché sia evidente che la sua scelta viene dal suo amore e non dal nostro esserne
degni.
Non abbiamo “meriti” da vantare e da esibire davanti a Dio per divenire “degni” di avvicinarci a Lui.
Allora quale posto occupare alla mensa della vita? In compagnia di chi sedere? Il nostro posto è solo
quello dal quale potremo sentirci dire: “amico, vieni più avanti” (amico, sali più su). Il nostro posto è
quello dell’“amico” che lo sposo chiama vicino a sé. E se lo Sposo occupa l’ultimo posto, il nostro
posto sarà quello immediatamente accanto a Lui, a servizio di tutti gli altri invitati alla tavola della
vita.
“Amico”: è il titolo regale che Gesù dà ai suoi apostoli nel momento in cui lui si alza da tavola e inizia a
servirli nel dono totale di sé fino alla morte di croce: “non vi chiamo più servi ma amici perché tutto
ciò che il Padre mi ha confidato io l’ho fatto conoscere a voi”. Gli amici di Gesù siamo noi se saremo
capaci di partecipare al vero segreto della vita, della logica rovesciata di Dio per cui la vera grandezza
consiste nel servizio, ponendo ogni altro prima di noi.
E potremo partecipare a questo banchetto della vita solo nel momento in cui Gesù ci chiama a
“Amico, venire più avanti” (“sali più su!”), e guardare la realtà dal posto “alto” dove è Lui. Dall’alto
della croce, luogo-posto ultimo dal quale lo sposo Gesù si è messo a servizio di tutti. Qui è possibile
vedere che noi siamo i poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi, invitati a un banchetto che non potremo
mai ricambiare, ma al quale siamo chiamati insieme a molti altri fratelli ed è il banchetto della
misericordia di Dio!
