Domenica 21 Settembre (DOMENICA – Verde)
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Am 8,4-7 Sal 112 1Tm 2,1-8 Lc 16,1-13
Di Alessandro Cortesi 🏠
“Ascoltate questo, voi che calpestate il povero”. Amos fu profeta contemporaneo di Isaia. Era coltivatore e pastore in Samaria nell’VIII secolo a.C.: la sua vita fu radicalmente cambiata, dalla chiamata di Dio ad essere portatore della sua parola, senza possedere particolari capacità. Inviato ad esprimere davanti ai potenti la protesta e il rifiuto dell’ingiustizia. I poveri ridotti ad essere calpestati e i ricchi protesi a guadagnare sfruttando i più fragili. Le sue parole richiamano al volto di un Dio vicino e preoccupato dell’esistenza dei deboli. Il suo richiamo invita a superare la rincorsa a fare sempre più affari, l’ insensibilità e l’indifferenza verso i poveri. Lo sdegno di Amos richiama anche oggi ad un cambiamento tanto urgente, in situazioni di disuguaglianze insopportabili che attraversano il mondo. La parabola di Gesù di Lc 16 prende probabilmente spunto da una reale situazione del suo tempo: l’amministratore di un padrone disonesto, a rischio di essere allontanato, cerca di aprirsi un futuro in cui avere persone riconoscenti per i favori attuati con la truffa. La parabola non è un elogio della disonestà. Gesù invece approfitta del ricordo di questo caso per porre un contrasto. Intende innanzitutto sottolineare che ‘i figli di questo mondo’ individuano vie disoneste per accumulare ricchezze. Di fronte a situazioni in cui beni o carriera sono in pericolo essi sanno escogitare vie d’uscita con furbizia e adattandosi al cambiamento.
In base a queste osservazioni richiama ‘i figli della luce’, coloro che lo seguono a comprendere che il momento in cui stiamo vivendo è un momento critico. E’ un tempo che richiede capacità di essere pronti, di decidere per ciò che è più importante. Il messaggio centrale della parabola è un inviato alla prontezza di decidere a prendere posizione. I discepoli di Gesù devono scegliere tra Dio o Mammona. Non possono servire a due padroni così diversi. Mammona indica la proprietà, il successo finanziario, gli averi, ed ha una assonanza con il termine ebraico ‘aman’ che indica l’affidarsi. E’ in gioco il riferimento globale della nostra vita e della fede stessa, e la vita dell’uomo non può risolversi nel nell’inchinarsi a Mammona. Luca così presenta questa alternativa come una scelta tra due amori incompatibili. Porre affidamento radicale in Dio e affrontare le situazioni di crisi con prontezza nella decisione tocca profondamente il rapporto con ciò che abbiamo, con le ricchezze e comporta aprirsi ai volti delle vittime dell’ingiustizia e dell’idolatria del denaro.
Alessandro Cortesi op
