Alessandro Cortesi Commento XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 12 Ottobre (DOMENICA – Verde)
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
2Re 5,14-17   Sal 97   2Tm 2,8-13   Lc 17,11-19

Di Alessandro Cortesi🏠

Naaman, un alto ufficiale di provenienza siriaca, è straniero viene guarito dal profeta Eliseo. Il profeta non pratica su di lui particolari riti magici, forse attesi dallo stesso Naaman, ma gli indica semplicemente di affidarsi alla sua parola, e lo invita a recarsi presso il fiume Giordano e lavarsi nelle sue acque. Nell’obbedire alle parole del profeta, nello scendere al Giordano e nel lavarsi con acqua Naaman trova guarigione. Chiede allora di portare con sé nella su patria alcuni sacchi di quella terra scoperta come terra di Dio. E’ uno straniero non appartenente al popolo di Israele ma riconosce la presenza di Dio che anche per lui è dono di salute e di vita: si apre con cuore di povero e si scopre salvato.

Gesù fa riferimento a questo straniero Naaman quando nel suo primo discorso nella sinagoga di Nazaret, annuncia che il regno di Dio non conosce limiti ed esclusioni ma richiede la disponibilità di cuori aperti all’accoglienza.

Il riferimento a questo incontro con Naaman è sotteso anche alla guarigione dei dieci lebbrosi narrata da Luca. Nella categoria della lebbra si indicavano varie forme di malattie e coloro che ne soffrivano erano etichettati come impuri, segnati da una colpa religiosa. La malattia era considerata una sorta di castigo di Dio e ai malati era impedito avvicinarsi alla vita sociale per timore del contagio.

Gesù vive una attitudine di grande libertà in particolare di fronte a chi soffre scorgendo il peso della sofferenza: supera così le barriere e le distanze imposte da regole igieniche e religiose. Luca riporta un altro incontro in cui Gesù si accosta e tocca un lebbroso andando contro le prescrizioni (Lc 5,12-16). In questo episodio Gesù invita i dieci lebbrosi che si erano rivolti a lui gridando, ad affidarsi. Li ascolta, li accoglie e la sua parola è forza di guarigione. Questi obbediscono al suo invito di recarsi presso i sacerdoti, e in questo andare si compie la guarigione: trovano ‘purificazione’, cioè sono liberati da quel peso che gravava su di loro, di essere lontani, esclusi da Dio. La parola di Gesù apre sentieri di vita nuova.

A questo punto solo uno dei dieci ‘tornò lodando Dio a gran voce’. Luca delinea così il profilo del credente. Lodare Dio è segno di gratuità e di affidamento. Nella guarigione egli ha sperimentato che la sua vita si è aperta ad una nuova dimensione. E’ l’unico che si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Luca a questo punto precisa: ‘Era un samaritano’, cioè uno straniero, addirittura un nemico. Ma è l’unico che si ricorda, torna sui suoi passi per ringraziare: vive i due atteggiamenti che caratterizzano il credente: dire il bene, lodare e dire grazie, ringraziare. Riconosce in Gesù l’agire di Dio e per questo dà gloria a Dio. E Gesù riconosce la sua fede: ‘Alzati e và, la tua fede ti ha salvato’. Tutti gli altri furono guariti in quanto ‘purificati’ dalla lebbra, ma questo straniero scopre che la sua vita si apre ad un incontro con Dio nuovo.

Questo racconto ci parla del volto di Gesù, venuto per liberare e guarire e aprire vie di futuro nella scoperta di non essere esclusi ma accolti dal volto dell’Abba di misericordia. Ci parla anche della fede nascosta nei cuori dei poveri di chi si affida, di chi dice grazie. Gesù riconosce che la fede è esperienza di incontro, affidamento profondo, del cuore e della vita e si rende presente al di là di appartenenze religiose.

Alessandro Cortesi op