Domenica 2 Novembre (COMMEMORAZIONE – Viola o Nero)
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Messa II)
Is 25,6.7-9 Sal 24 Rm 8,14-23 Mt 25,31-46
Di Marco Lodoli🏠
L’impegno massimo della nostra società occidentale è quello di scansare in ogni maniera il pensiero della morte. In questi ultimi anni la ricorrenza dei morti è stata spesso sostituita da quella bizzarra baracconata che è Halloween, sbarcata trionfalmente dall’America, una sorta di carnevale fatto di mascherine, scherzetti e dolcetti. Invece è giusto e bello recarsi almeno una volta all’anno, almeno in questi giorni, al cimitero, e portare un fiore sulla tomba dei nostri cari che non sono più su questa terra. Sono altrove, nell’alto dei cieli, nella pace eterna, ma possono ancora ricordarci, qui e ora, che la vita ha un termine e non va sprecata. Io vado spesso a trovare mio padre, mia madre, mia sorella e quasi mi sembra di sentire le loro parole, semplici e decisive. Mi invitano a riconsiderare la gerarchia di ciò che è davvero importante e a non perdere tempo dietro a inutili distrazioni perché la vita passa in fretta e dobbiamo impegnarla in pensieri e azioni che la rendano migliore, per noi, per chi ci sta accanto e per tutte le persone che incontriamo nel nostro breve viaggio terreno.
In qualche modo avere chiara la nostra destinazione ci rende più consapevoli e liberi da ogni effimera attrazione, da ogni ricatto mondano, da ogni smania di successo, perché tutte queste finzioni finiranno in polvere, sono solo luminarie di un povero luna park, piccoli e grandi inganni. Avere chiara la conclusione del nostro percorso ci può aiutare immensamente a ristabilire quelle che sono le vere priorità, ci permette di scoprire la nostra irripetibile autenticità umana. L’accettazione serena dell’inevitabilità della morte ci fa sentire fratelli di tutte le creature, tutte destinate allo stesso porto. Nessuno deve sentirsi migliore degli altri, nessuna fortuna sociale ci eviterà la fine. Ce ne andremo tutti quanti e proprio per questo dobbiamo amarci, perché siamo passeggeri sulla stessa nave, anche se qualcuno viaggia in prima classe e qualcuno è clandestino nella stiva. Spendiamo al meglio questa vita, stringiamoci le mani, aiutiamo chi è in difficoltà: questo ci invitano a fare i nostri morti. E poi saremo tutti nell’eternità, uniti nella luce perenne che ci aspetta.



