Domenica 16 Novembre (DOMENICA – Verde)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Ml 3,19-20 Sal 97 2Ts 3,7-12 Lc 21,5-19
Di Alessandro Cortesi🏠home
“… quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”
Nell’ultimo capitolo del suo libro Malachia presenta il motivo dell’attesa di un ‘giorno del Signore’, con l’indicazione di un messaggero che prepara la via. Nella tradizione ebraica Elia non era morto ma trasportato in cielo (2Re 2,11) e si attendeva il suo ritorno per preparare il popolo alla venuta di Dio. La figura di Elia è identificata a quella del messaggero: “ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile” (Mal 3,23). Malachia descrive questo giorno del Signore con gli elementi del fuoco e della paglia che si consuma. Dio stesso sarà ‘testimone … contro gli oppressori della vedova dell’orfano e contro chi fa torto al forestiero” (Mal 3,5). In contrasto con questa scena di fuoco sta l’atmosfera di gioia per i ‘cultori del nome di Dio’: per loro ‘sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla’ (Mal 3,20).
Questo riferimento al giorno del Signore soggiace alle parole di Gesù davanti al tempio: ‘Verranno giorni in cui di tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutta” (Lc 21,6). Alla domanda: ‘quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” (Lc 21,7) Gesù non risponde. C’è una curiosità unita alla ricerca di segni, che per Gesù vanno superate. Il suo invito sta nel coltivare vigilanza e responsabilità nel tempo presente. Ogni esperienza di prova può essere occasione per rendere testimonianza e per lasciare spazio allo Spirito che agisce nei cuori.
Di fronte alla distruzione del tempio compiuta dalle armate romane nell’anno 70 la comunità di Luca ricordava l’invito di Gesù: “non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. Gesù richiama a distinguere tutto ciò che può finire e a considerare che si vivono passaggi di fine di mondi culturali e sociali. Ma invita a vivere anche nella prova e nei difficili passaggi della storia la responsabilità per anticipare con la propria testimonianza sin d’ora il fine stesso della storia che è il sogno di pace di Dio. Il regno di Dio si realizzerà alla fine ma sin d’ora cresce in ogni scelta e atteggiamento di affidamento all’opera dello Spirito e di testimonianza di Gesù. Sta qui la fiducia del credente che fonda il suo impegno quotidiano sulle parole: “Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
Alessandro Cortesi op



