Domenica 30 Novembre (DOMENICA – Viola)
I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Is 2,1-5 Sal 121 Rm 13,11-14 Mt 24,37-44
di Lila Azam Zanganeh🏠home
Il libro della Genesi avvertiva: «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre». È una sintesi tetra, ma che oggi appare sinistramente lungimirante. «Come fu ai giorni di Noè», ci dice Matteo. Quali erano i giorni di Noè? Erano i giorni prima del diluvio, fino a quando Noè entrò nell’arca. I giorni precedenti la prima resa dei conti. «Infatti, come nei giorni […] mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito». I giorni che precedettero il diluvio furono giorni consegnati alle divinità pagane dell’edonismo, della sensualità e dei banchetti. Furono dedicati alle energie primordiali, a Eros e al deserto dell’Ego. Quindi i giorni prima del diluvio segnarono un declino della vita dello spirito. «I segni di ciò che verrà», per citare l’Odissea, sebbene in termini molto più inquietanti. I sensi che oscuravano la fede, e l’altro mondo, quella magnifica trama e ordito di luce.
Solo Noè ascoltò Dio, come Odisseo dopo di lui. Mi ha spesso colpito il fatto che Odisseo sembri essere l’unico tra i suoi uomini ad ascoltare gli dei, Elio in particolare. È il solo a non toccare il bestiame del Sole. E il dio, naturalmente, lo risparmia. Quindi, in entrambe le tradizioni, per così dire, chi ascolta viene premiato. M’interessa questa continuità, questo processo generativo di narrative umane e divine. L’Ecclesiaste dice apertamente: ciò che è accaduto una volta, accadrà ancora.
Il ciclo del tempo si chiuderà, come è previsto che si chiuda nell’islam sciita, all’arrivo del Mahdi, foneticamente vicino, in arabo, a Messia. Nella Bibbia, un clima simile a quello dei giorni di Noè precede il ritorno di Cristo. Ciò che è accaduto in passato accadrà in futuro. Molti non crederanno fino alla fine del tempo. La maggior parte non vedrà chiaramente: il buio li coglierà. Solo pochi avranno fede come la ebbe Noè quasi tremila anni fa. Oggi potremmo dire: sono così pochi quelli che vivono con fede autentica. Una fede che non esclude gli altri. Una fede diversa da quella dei farisei, che si ritenevano superiori agli altri perché rispettavano le regole. Una fede che non è draconiana o crudele con quelli più deboli di noi. Una fede gentile e potente come quella di Cristo.
Ci viene detto che ritornerà: «Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo». Quando il tempo finirà, le persone di fede saranno liberate, «rapit[e] […] per andare incontro al Signore in alto», come viene descritto nella Lettera ai Tessalonicesi. Ci viene anche detto di essere consapevoli: «Uno verrà portato via e l’altro lasciato». A questo fa eco, parola per parola, anche Matteo: «Non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti […]. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata».
Siate attenti, vivete la vostra fede, una fede gentile. «Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Il verso più poetico. L’indicazione di un’ora sconosciuta.



