Giacomo Poretti”Gravidi di Dio”

Domenica 21 Dicembre (DOMENICA – Viola)
IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Is 7,10-14   Sal 23   Rm 1,1-7   Mt 1,18-24

Di Giacomo Poretti🏠home

Tutti gli anni si ripresenta la stessa imbarazzante vecchia storia.

Tutto il mondo accoglie con una plateale ironia le storie di un Dio che era uno e trino, di una donna che rimane vergine dopo aver partorito un figlio, di un Dio che si fa uomo! Alla fine l’ufficio marketing del mondo utilizza questa storiella per incrementare il Pil di svariati numeri di percentuale e dopo il 6 gennaio tutte le luci e decorazioni tornano la dove devono stare: in cantina!.

Ma che si può dire di sensato di quella vecchia storia di un angelo che avrebbe parlato, annunciato, ad una fanciulla, che l’Essere supremo e perfettissimo, avrebbe fatto trovare dentro di lei, non si sa come perché evidentemente solo un essere perfettissimo conosce quelle magie, un bambino?.

E che lei, la fanciulla, senza esitazione alcuna, avrebbe detto «..si, ok, mi sta bene?».

E che il futuro marito di lei, accetti di buon grado, senza ombra di risentimento, quella, se permettete l’ardire, irruenta intromissione?.

È necessaria una lunga preparazione, una amorevole educazione impartita fin da bambino, per non entrare in quella stanza e urlare alla fanciulla «ma sei matta? Cosa ti sei messa in testa?. E poi non fare la furba: se hai fatto una cavolata con il tuo fidanzato guarda che nessuno si beve la storia del mago dell’universo che si ingravida le fanciulle!».

E ancora, che il figlio che nascerà da quella relazione oscura, ha un padre di nome Giuseppe ma è figlio di Dio!?.

Eh sì, il povero cristo Giuseppe, il fidanzato, che avrà pensato, forse anche per un attimo, ad una orrenda macchinazione, ad una setta che avrebbe plagiato la sua dolce Maria; che brividi gli saranno corsi lungo la schiena al risveglio di quel sogno?. «Basta non bevo più prima di andare a dormire!», si sarà sciacquato la faccia, sarà uscito all’aria aperta?.

Contrariamente a quello che la ragione di ognuno avrebbe suggerito, il povero cristo se l’è tenuta amorevolmente la sua Maria, l’ha protetta, l’ha accompagnata, senza mai farle domande, una vita da marito nell’ombra come se a portare i pantaloni in quella casa fosse lei, e che pantaloni!.

Meno male che Giuseppe non è andato da uno psicanalista a farsi interpretare quel sogno, se l’avesse fatto continuerebbe a inghiottire pastiglie di Tavor da allora.

E invece ha dato retta alla potenza misteriosa e rivelatrice dei sogni. Chissà com’era quell’angelo?. Chissà come era la sua voce e i suoi occhi, chissà come deve essere stato dolce quel tocco di mano per convincerlo?. Forse l’angelo si è voltato e, lontano ma percettibile, Giuseppe ha visto quello che tutti noi vorremmo vedere…

E Maria?

Il mistero di Maria è ancora più folle di quello di suo marito, è insuperabile più del test di accesso alla facoltà di Medicina.

Talvolta, quel mistero si presenta a noi, tutti quanti noi, come qualche cosa di respingente. Perché ci riguarda, tutti, uomini e donne, noi siamo direttamente coinvolti in quella gravidanza, non è solo Maria a vivere l’incredibile, siamo anche noi a dover dire si o no a quella maternità: vogliamo essere gravidi di infinito? Vogliamo portare in grembo Dio?.

Che ci sia lieto quel peso. Buon Natale. 


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