Mercoledì 24 Dicembre (SOLENNITA’ – Bianco)
NATALE DEL SIGNORE – MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
Is 62,1-5 Sal 88 At 13,16-17.22-25 Mt 1,1-25
Di don Michele Cerutti🏠home
Siamo abituati in questi anni allo scambio di auguri natalizi di una banalità e di una sorta di scontato che rasenta la vera e propria superficialità.
Ho cercato su Internet frasi augurali per il Natale e vi dico che si è aperta la fiera di ciò che condisce i nostri 25 dicembre da molti anni a questa parte.
La Parola di Dio con il suo brano evangelico rompe questa melassa per condurci invece al cuore e al centro del mistero del Natale.
Inizia con un elenco piuttosto noioso, che alcuni omettono, per non tediare troppo gli ascoltatori.
Eppure, questa genealogia offerta dall’evangelista Matteo ci mette in evidenza un Dio che entra in una storia fatta di relazioni anche viziate dal peccato, ma che hanno tessuto il percorso di salvezza.
In altre omelie mi sono soffermato a osservare come molti di questi personaggi hanno commesso errori forti davanti a Dio.
Quello che oggi voglio mettere in evidenza come alcuni sono stati scelti dal Padre a portare avanti la storia di salvezza non avendo caratteristiche esaltanti per gli uomini, ma preziosi agli occhi di Dio stesso.
Penso a Davide, che viene scelto tra i fratelli mentre pascola le pecore.
Ricordiamo tutti la storia Dio revocò la sua predilezione per Saul, re di Israele, a causa del suo rifiuto di sterminare gli Amaleciti e tutto ciò che apparteneva loro. Egli mandò quindi il profeta Samuele a Betlemme a cercare un nuovo re di Israele tra i figli di Iesse. Quest’ultimo fece passare sette dei suoi figli davanti a Samuele, ma nessuno di loro era il prescelto. Allora Samuele gli chiese se ne avesse altri e Iesse rispose che il più giovane, Davide, fulvo di capelli e di bell’aspetto, era al pascolo con le pecore.
Tutti avremmo pensato che avrebbe scelto non un giovane che si sarà presentato sporco dopo una giornata in mezzo al bestiame. Dio cercava proprio Lui a dispetto di ogni previsione anche di Iesse stesso.
Un’altra figura su cui mi soffermo è quello di Giuseppe che ci parla di un artigiano di un villaggio della Galilea quindi ai margini dell’Impero e del culto ebraico non di un sommo sacerdote o di un anziano del popolo.
Dio sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere i forti possiamo dire con San Paolo e Matteo con questo elenco lo concretizza.
Quindi il Natale non è una storiella per addormentare i bambini, ma diventa una proposta seria per cui tutti siamo chiamati a collaborare nel progetto di Dio.
Nella seconda parte del brano evangelico ci viene detto che Giuseppe destatosi dal sonno realizza la missione affidata.
Il Natale diventa l’incontro tra la libertà di Dio e quella dell’uomo, tra la responsabilità nel portare avanti il disegno di salvezza e la risposta dell’uomo.
Quel Dio che si fa carne entra nella nostra Storia quindi lontano dai clamori e dal chiasso del mondo, ma cerca di dare senso a tutte le nostre situazioni difficili.
Sentiamo rumori di guerra in diverse parti del mondo, ci rassegniamo davanti a immagini crude di attacchi terroristici, di popoli attraversati dalla fame, siamo sconvolti magari da situazioni familiari difficili, dall’inquietudine dei giovani che tentano il suicidio. Ecco il Natale diventa il momento in cui fermarsi davanti alla tranquillità del presepe per chiedere a quel bambino di allontanare le tenebre e donarci la Luce necessaria per dare senso al nostro camminare su questa terra.
Davanti alla grotta guardando Maria e Giuseppe con lo sguardo verso il Figlio e guardando verso il bambinello stesso domandiamoci come procedere per dare spazio a Gesù nella nostra vita. Non preoccupiamoci se non siamo all’altezza Dio sa procedere con le modalità che Lui stabilisce noi abbiamo il compito di aprire il nostro cuore. Le misure state certi le prende Lui.
Facciamoci quindi un regalo vero nel consegnarci gli auguri di buon Natale abbandoniamo formule mielose e zuccherate, ma diciamoci l’uno con l’altro che questo bambino sia veramente Luce sul nostro cammino e allora aiuteremo coloro a cui consegniamo questo invito benedicente un incoraggiamento vero per procedere senza perdere di vista la vera bussola che è Gesù fatto uomo.



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