Domenica 21 Dicembre (DOMENICA – Viola)
IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Is 7,10-14 Sal 23 Rm 1,1-7 Mt 1,18-24
Di Melania Condò🏠home
Voci di strada, rumori di gente
Mi rubarono al sogno per ridarmi al presente
Sbiadì l’immagine, stinse il colore
Ma l’eco lontana di brevi parole
Ripeteva d’un angelo la strana preghiera
Dove forse era sogno, ma sonno non era.
Fabrizio De André, Il sogno di Maria
La generazione di Gesù Cristo, l’incarnazione della novità di Dio nelle nostre vite è un processo composito, una storia dalla trama fitta e decisamente non lineare. Un intreccio articolato, tutt’altro che immediato, che è tale affinché possa interpellare nel profondo la libertà di ogni suo protagonista.
Proprio questa storia polifonica, dopo il sì che Maria, giocando tutta la sua fiducia, ha pronunciato all’angelo, schiude qualcosa di non facilmente comprensibile a Giuseppe, il quale, con le sue sole risorse, fa fatica a decifrare la realtà. Lo spazio della relazione tra l’umano e il divino domanda tempi di ascolto aggiuntivi, disponibilità a mettersi in discussione, possibilità di incompresi e di rotte che chiedono di essere riconvertite.
Dentro tutto questo, in mezzo al denso lavorio interiore che sta abitando lo sposo di Maria, c’è un però. Mentre Giuseppe valuta se non sia il caso di ripudiare Maria, proprio nel momento in cui la logica umana sembra aver trovato la strategia più adeguata – forse potremmo dire la meno peggiore – alla situazione, ecco che Dio si fa vicino. La sua voce raggiunge Giuseppe nel sogno, in quella dimensione in cui il cuore dell’uomo è affidato, intimamente abbandonato e, insieme, potentemente docile. Il Signore, come a Maria, non esita a farsi presente anche a Giuseppe: tutto il suo desiderio è collaborare con la libertà dei suoi figli, illustrando loro un passo dopo l’altro l’opera che potrà compiersi solo attraverso il loro “sì”.
È l’annuncio che rivela al cuore dell’uomo, ieri come oggi, tutta la storia della salvezza, dialogo d’Amore che libera e ci trasforma in gioiosi cooperatori del dono che Dio, nel Figlio, fa all’umanità.



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