Mons Angelo Sceppacerca Commento NATALE DEL SIGNORE – MESSA DELLA NOTTE

Giovedì 25 Dicembre (SOLENNITA’ – Bianco)
NATALE DEL SIGNORE – MESSA DELLA NOTTE
Is 9,1-6   Sal 95   Tt 2,11-14   Lc 2,1-14

Di Mons Angelo Sceppacerca🏠home

n quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli / e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

L’evangelista Luca, come un regista cinematografico, fa una zoomata: dalla panoramica su «tutta la terra» restringe l’obiettivo sul Medio Oriente (Siria), poi sulla Palestina (Galilea e Giudea), infine su Betlemme, raccogliendo fra migliaia di volti i tratti di un uomo e di una donna, Giuseppe e Maria, quasi a condensare la Storia universale nella loro piccola storia familiare. Si intuisce il disagio di questi giovani sposi a causa del viaggio e della mancanza di intimità in cui si trovano. La nascita del bambino avviene nella precarietà: c’era tanta di quella gente in quella “stanza” che Maria dovette adagiare il Bimbo nella mangiatoia degli animali.

All’affannoso movimento di folla si contrappone la statica veglia dei pastori, all’editto imperiale fatto risuonare per tutta la terra risponde il canto degli angeli in cielo, alla confusione di lingue presenti a Betlemme fa da contrasto la silenziosa notte della campagna. Siamo lontani forse solo qualche chilometro dalla piccola borgata di Giudea, molte miglia invece dalla grande Roma. Siamo in un altro mondo, quello di chi, letteralmente, non conta. I pastori erano senza fissa dimora, non godevano del diritto di testimonianza, spesso assimilati ai ladri. Eppure, proprio i pastori sono i primi testimoni e annunciatori del mistero della salvezza.

«Presi da grande spavento»: l’uomo davanti a Dio si scopre piccolo e nudo. La buona notizia è: «Non abbiate paura» perché Dio si è fatto vicino. La gioia è grande quanto la paura che l’ha preceduta. Il segno è un bambino in fasce su uno strato di paglia. Dio dà dei segni all’uomo – così il segno di Caino, il sangue sulle case da salvare, l’arcobaleno, la circoncisione – come prova della sua presenza salvifica in mezzo al popolo. Gesù è il segno per eccellenza, eppure del tutto familiare (la mangiatoia), a sottolineare che il Messia è proprio il loro re, un re-pastore.

Notte senza tenebra, di cambiamento da buio a luce, da tristezza a beatitudine, da schiavitù a libertà. Dopo le annunciazioni, il compimento e il nuovo annuncio: offerta a tutti, senza distinzione, la «grazia», altro nome di amore, non solo aldilà, ma presente. Attesa di felicità che attrae tutta la storia, singola e collettiva. Un Dio amico si fa bambino, e credibile e prossimo è il suo amore.

Gesù è segno eloquente, ma, come nelle parabole, un segno debole: vede chi crede. I pastori credono e vedono, divenendo così testimoni oculari e a loro volta angeli, annunciatori del mistero. «Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». Maria, icona dell’attenzione, è la terra fertile che accoglie e custodisce il seme della Parola.


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