P. Gaetano Piccolo S.J.”Sarà la strada giusta? Forse stiamo sbagliando direzione”

Giovedì 25 Dicembre (SOLENNITA’ – Bianco)
NATALE DEL SIGNORE – MESSA DELLA NOTTE
Is 9,1-6   Sal 95   Tt 2,11-14   Lc 2,1-14

Di P. Gaetano Piccolo S.J.🏠home

«Egli giace in una mangiatoia,

ma contiene l’universo intero;

succhia da un seno, ma è il pane degli angeli;

è avvolto in pochi panni, ma ci riveste dell’immortalità;

viene allattato, ma viene adorato;

non trova riparo in un albergo,

ma si costruisce il tempio nel cuore dei suoi fedeli.

Perché la debolezza divenisse forte

la fortezza si è fatta debole.».

Sant’Agostino, Discorso 190,3.4

Ricalcolare

Quando viaggiamo in macchina, utilizzando un navigatore, può capitare di sbagliarci nell’interpretazione dell’informazione digitale. Dopo pochi secondi il navigatore ci informa che sta ricalcolando il percorso. Le reazioni dell’autista possono essere diverse: c’è chi docilmente si adegua, ma anche chi ritiene di saperne di più rispetto alla voce metallica, altri si sentono disorientati e potrebbero andare nel pallone.

Pregando sulle letture che la liturgia ci consegna nella notte di Natale, ho avuto la stessa impressione: mi sono chiesto se forse come umanità, e anche come singoli credenti, non abbiamo sbagliato strada. In fondo, quando ci mettiamo davanti a testi importanti della nostra tradizione spirituale o quando ci fermiamo a meditare sui fondamenti della nostra fede, è un po’ che se ci trovassimo davanti a una verifica del percorso che stiamo facendo. Può darsi che oggi la Parola di Dio ci inviti a renderci conto che stiamo sbagliando strada e che per evitare di precipitare nel burrone o di trovarci in una strada senza uscita, dobbiamo al più presto ricalcolare il percorso.

Camminare nelle tenebre

È significativo allora che il testo del profeta Isaia ci presenti un popolo che camminava nelle tenebre. Ovviamente chi cammina nel buio non vede bene la strada che sta facendo e può sbagliare direzione. Il profeta nello specifico si riferisce al popolo che, tornando dall’esilio, percorre la strada del pellegrinaggio verso Gerusalemme. È un popolo che cerca di camminare verso Dio e a un certo punto vede l’alba che conferma la direzione del cammino. Oggi abbiamo anche noi l’impressione di un’umanità che cammina nelle tenebre, ma che non sa bene dove sta andando. Qual è la luce che stiamo cercando? Da dove ci aspettiamo che possa sorgere l’alba? Verso cosa stiamo camminando? Abbiamo davvero una meta?

Memoria e liberazione

Mentre cammina, questo popolo fa memoria della schiavitù da cui è stato liberato. Il profeta ricorda gli strumenti dell’oppressione: il giogo, la sbarra, il bastone… È vero, qualcuno ci ha fatto male, ma non possiamo vivere tutta una vita a rimuginare su quello che ci è stato fatto. La liberazione è autentica quando deponiamo anche il rancore e non restiamo attaccati al ricordo del male che ci è stato fatto. Il profeta menziona gli strumenti dell’oppressione, ma non nomina l’autore del male. Al contrario, ho l’impressione che oggi l’umanità sia bloccata in una produzione vertiginosa di odio. Viviamo nell’epoca del conflitto. Ogni aspetto della vita sociale, politica e personale è caratterizzato da uno stile violento. Perfino le cene e i pranzi di Natale diventano l’occasione per tirare fuori i rancori archiviati, diventano una resa dei conti, un’occasione per esibire le delusioni represse.

Sul piede di guerra

Abbiamo proprio bisogno di ricalcolare il percorso! Il profeta Isaia ci invita a entrare in una fase della storia in cui le calzature dei soldati non servono più e i mantelli intrisi di sangue possono essere bruciati. Al contrario mi sembra che noi siamo sempre sul piede di guerra e questo non vale solo per i grandi e tristi scenari mondiali, ma anche per le relazioni personali: sembra sempre che ci dobbiamo difendere, intenti a raccogliere armi per una guerra preventiva, abbiamo sempre paura di un attacco improvviso. Ricalcoliamo! Cerchiamo di darci pace. Ascoltiamo la parola del profeta e mettiamo da parte il nostro armamentario di critiche, di lamenti, di giudizi feroci e di invidie distruttive. Dove ti sta portando questo tuo cammino nelle tenebre dell’odio?

Censimenti

Proprio perché siamo sempre sul piede di guerra, facciamo come Cesare Augusto, ordiniamo censimenti, vogliamo verificare quanto siamo forti, ci vogliamo misurare, cerchiamo di capire se abbiamo armi sufficienti per affrontare la minaccia dei nemici. Il censimento è un atto che Dio non gradisce. Era già accaduto con Davide. Il censimento è l’espressione di chi conta sulle proprie forze e non di fida di Dio. È l’atto di chi vuole salvarsi da solo. Vogliamo vedere quanto siamo potenti.

Senza difese

Dobbiamo ricalcolare perché il Vangelo questa notte ci dice che Dio entra nella concretezza della storia, ma con uno stile diverso. Se apparentemente la storia la fanno Augusto e Quirino, in realtà Dio opera attraverso un bambino: nudo e inerme, silenzioso, vulnerabile. Proprio come l’uomo sulla croce. In questo inizio c’è già la fine. È la luce che forse non vogliamo vedere.

Se noi siamo ossessionati dal tentativo di difenderci, Dio si presenta con il volto del bambino senza difese. La vita la trovi nella mangiatoia, non perché cerchi sempre di essere tu quello che mangia e si sazia, ma perché come Cristo ti lasci mangiare: se la tua vita non nutre la vita di qualcuno, hai vissuto inutilmente.

Dio preferisce coloro che sono senza difese e ce li mette davanti come esempi: l’annuncio viene portato prima di tutto ai pastori, gente messa da parte, che non ha i mezzi per fare guerre. Gente giudicata e disprezzata, come i parenti che non vorremo avere accanto a noi al cenone di Natale. I pastori sono quelli che hai messo da parte, quelli che non hai considerati degni della tua attenzione, quelli che hai dimenticato. Sono quelli che hai confinato nel presepe. Eppure Dio sta dalla loro parte.

Abbiamo bisogno di ricalcolare, proprio come i pastori che devono lasciar perdere il loro lavoro, in quella notte, per andare a cercare dove sta Dio. E non lo troveranno in eventi eclatanti, ma nell’ordinarietà di una donna che partorisce. Forse noi stiamo invece cercando Dio nel posto sbagliato. Era là nella semplicità e nell’ordinarietà della tua vita, ma non lo hai visto.

La Parola di Dio in questa notte ti sta indicando un nuovo percorso per uscire dal buio della tua vita. non essere arrogante o presuntuoso, sii mite e docile e troverai la strada della vita.

Leggersi dentro

  • Dove stai cercando la luce per uscire dalle tue tenebre?
  • Il tuo stile è più quello dei censimenti o quello del bambino nella mangiatoia?

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