Giovedì 1 Gennaio (SOLENNITA’ – Bianco)
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Nm 6, 22-27 Sal 66 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21
Di Don Luciano Labanca🏠home
La conclusione dell’anno solare e l’inizio di uno nuovo sono sempre un’occasione preziosa per fermarsi e riflettere su ciò che abbiamo ricevuto in dono dal Signore nell’anno appena trascorso e, soprattutto, su come abbiamo saputo valorizzare questi doni. Il primo dono per cui rendere lode è proprio il tempo. Non ne abbiamo il controllo: ci è dato. Dio ce lo affida come occasione favorevole per crescere nella comunione con Lui e con i fratelli, come uno spazio in cui camminare nella fede, crescere nella carità e orientare nuovamente la nostra vita verso la speranza dell’eternità. In questo passaggio da un anno all’altro, la Chiesa ci introduce nella solennità di Maria Madre di Dio, colei nella quale il Figlio eterno del Padre ha preso carne ed è entrato nel nostro tempo. Non celebriamo soltanto l’inizio di un nuovo anno, ma contempliamo il mistero di un Dio che ha voluto condividere la nostra storia, scegliendo di abitare il tempo attraverso il grembo di una donna. La Scrittura ci ricorda che non abbiamo potere neppure su ciò che ci sembra più nostro, come “far diventare bianco un solo capello del nostro capo” (cfr. Mt 5,36). Da qui nasce una domanda semplice ma decisiva: che cos’è per me il tempo? Come l’ho vissuto finora e con quali intenzioni desidero viverlo nel tempo che mi è donato? Dal punto di vista cristiano, il tempo non è un semplice susseguirsi di istanti senza significato, né la ripetizione di eventi vuoti. È piuttosto lo spazio dell’azione della Provvidenza del Padre. Il tempo ha avuto un inizio, con la creazione dell’universo, e avrà un compimento, quando il Figlio di Dio tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e stabilire il suo Regno per sempre. In questa storia orientata, nella quale non siamo gettati a caso ma collocati dalla Provvidenza di Dio, ci è data continuamente la possibilità di rispondere al suo amore. Quando Cristo si è fatto uomo nel grembo di Maria, il chronos, il tempo misurabile, ha raggiunto la sua pienezza, come ricorda san Paolo. Da allora non è più soltanto chronos, ma diventa kairós: tempo favorevole e carico di significato, tempo di conversione e di santità, tempo nel quale siamo chiamati, attraverso l’amore, a lasciare una traccia. Non è un tempo vissuto in solitudine, in balia di noi stessi, ma il tempo della compagnia di Cristo. Eppure, se siamo sinceri, dobbiamo riconoscere che spesso viviamo senza dare peso al tempo che ci è donato, sprecando occasioni preziose per amare Dio e i fratelli. L’esperienza umana ce lo insegna con chiarezza: di fronte alla morte di una persona cara, emergono domande dolorose — “avrei potuto fare di più?” — che ci aiutano a riscoprire, anche se tardi, il valore del tempo. Per questo l’invito è chiaro: vivere in pienezza. Finché il Signore ci concede giorni di vita, possiamo scegliere come riempirli. Possiamo seminare bene, pace, amore e condivisione, oppure lasciare spazio a odio, discordia e aridità. Finché siamo “in cammino” c’è ancora possibilità di riconciliazione e di cambiamento; quando il tempo si chiude, l’eternità diventa definitiva, come ricorda la parabola del ricco e del povero Lazzaro. Come i pastori che, incontrando il Bambino, raccontavano le meraviglie di Dio suscitando stupore, anche noi siamo chiamati a riconoscere e raccontare i doni ricevuti, lodando e benedicendo il Signore. All’inizio di questo nuovo tempo, affidiamo ciò che verrà a Maria, Madre di Dio, perché ci insegni a vivere il tempo come lei: custodendo, meditando e riconoscendo l’opera di Dio negli eventi quotidiani. Il Vangelo dice che Maria “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Il suo cuore ci educa a uno sguardo profondo sulla vita, capace di cogliere il filo discreto ma reale della presenza di Dio nella storia. È l’atteggiamento di chi cerca Dio, cerca il proprio posto davanti a Lui e, una volta intravisto, risponde ai doni ricevuti con libertà e disponibilità. Che il nuovo anno possa essere davvero così per tutti noi: un tempo ricco di stupore e di lode, vissuto con intensità davanti a Lui.
Messaggio per la pace 2026 del Santo Padre Leone XIV




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