Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15.20; Sal 97; Ef 1, 3-6.11-12; Lc 1, 26-38
Nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria la Chiesa ci invita a celebrare con profonda gioia e riconoscenza il mistero d’amore che ha avvolto la Vergine dal primo istante della sua vita, quando fin dal grembo materno è stata ricolmata di benedizioni e di grazia, in vista della missione di diventare Madre di Gesù e nostra.
E di grande gioia ci parla subito l’antifona di ingresso, che pone sulle labbra di Maria il cantico composto dal profeta Isaia quando lo Spirito del Signore si è posato su di lui, investendolo del compito di portare il lieto annunzio ai miseri, inviandolo a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi e la scarcerazione dei prigionieri… (cf 61,1): “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio: mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come una sposa si adorna di gioielli” (61,10).
Sì, il dono gratuito della salvezza, veste preziosa che la Vergine accoglie con stupore e riconoscenza, è la risposta divina alla miserevole situazione che ci presenta la prima lettura: Adamo ed Eva nudi, paurosi, ormai incapaci di relazionarsi con Dio (cf. Genesi 3, 10).
Ora, con Maria, il rapporto sponsale tra Dio e la sua creatura si riallaccia. Si avvera e si anticipa, in Maria, ciò che Paolo ci rivela nella seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Efesini (1,3-6.11-12): tutti noi, come Lei, abbiamo un destino di pienezza e di gioia; tutti siamo chiamati, ancor prima della creazione del mondo, all’immacolatezza e alla santità.
Questo è possibile perché anche noi, nel Battesimo, ci siamo rivestiti di Cristo (Galati 3,27) e abbiamo accolto il dono gratuito del suo amore salvifico.
Perciò, come Maria, secondo il disegno d’amore del Padre, siamo destinatari di ogni sua benedizione; e con la nostra vita di figli adottivi siamo chiamati a dar lode allo splendore della sua grazia e della sua gloria.
La Chiesa crede fermamente, come recita il testo del dogma proclamato dal Beato Pio IX, che “La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale” (Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1954). Un privilegio che il Padre ha potuto e voluto riservare alla Madre del suo Figlio Unigenito, per prepararGli in Lei una degna dimora, come ci ricorda l’orazione Colletta.
La pagina evangelica di Luca (1,26-38) ci mostra la realizzazione nel tempo del progetto eterno del Padre riguardante il riscatto dell’umanità tramite l’incarnazione del Verbo e con il coinvolgimento di Maria in questo grande mistero. L’annuncio dell’Angelo Gabriele vuole immergere Maria e tutti noi nella gioia, manifestandoci chi è questa Vergine-Sposa: è la “piena di grazia”, ricolmata cioè della benevolenza gratuita di Dio in modo traboccante, dal momento che Egli è sempre con Lei.
E davanti allo smarrimento e al timore di Maria per queste parole che le rivelano se stessa in tutta la sua bellezza, per la condiscendenza di Dio verso di Lei, la Vergine viene rassicurata dall’angelo, che ribadisce: “Hai trovato grazia presso Dio”.
Il Suo sguardo si è posato su di Lei, sulla sua condizione umile eppure ricchissima, dato che la sovrabbondanza dei doni divini ha trovato in lei il terreno fertile che li ha accolti e li ha messi a frutto.
Lo Spirito Santo opererà in Lei l’impossibile e l’indicibile; la potenza dell’Altissimo realizzerà attraverso il suo umile Sì di Serva del Signore la restaurazione del mondo, che Cristo libererà, per sempre, dal peccato e dalla morte.
Così Maria, come afferma il Prefazio, degna Madre del Figlio e colmata di grazia, segna anche “l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza”.
Ciascuno di noi battezzati, quindi, è coinvolto nell’avventura meravigliosa di Maria, l’Immacolata che continua ad attrarci con la sua ineffabile bellezza.
Domande per la riflessione personale:
- Sono consapevole del progetto che Dio ha su di me, chiamandomi ad essere “santo/a e immacolato/a nell’amore”?
- Sono riconoscente per il dono battesimale di essere rivestito/a di Cristo?
Fonte:https://www.figliedellachiesa.org/
