don Marco Pozza “L’impossibile è l’occasione di Dio”

IV Domenica di Avvento (Anno C)  (22/12/2024) Liturgia: Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

Maria, fedele alle parole che le aveva detto l’arcangelo, andò a fare visita all’impossibile di Dio andando da sua cugina

Gliel’aveva detto l’Arcangelo, come ultima accelerazione in vista della sua risposta: “Nulla è impossibile a Dio, (Maria)” (Lc 1,37). La faccenda alla quale il nostro arcangelo si riferiva era quella riguardante Elisabetta e Zaccaria, parenti della piccola Madonna: di loro due, per motivi fisici a noi ignoti, inutili ai fini della faccenda, “tutti dicevano sterile“. Li prendevano per i fondelli, al tempo in cui la sterilità era considerata maledizione, poca simpatia da parte del cielo, una sorta di onta generazionale. Resta il fatto, fa capire Gabriele a Maria quella mattina a Nazareth, che a Dio piacciono assai le sfide impossibili: son l’occasione migliore per accorgersi subito di chi scappa e di chi, invece, rimane. Fu allora, stretta tra capo e cuore, che la futura Madonna sentì tradursi l’invito con parole bambine, che anche lei potesse acciuffare al volo: “Hai voglia anche tu, ragazza, di dare una possibilità all’impossibile di Dio?”. Visto che “anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei“. Del tipo: sappi bene che, qualunque sia la tua scelta, ogni giorno, in qualche parte del mondo, Dio continuerà a far qualcosa che qualcuno dice impossibile. Il fatto è che per Dio “fare l’impossibile è una specie di divertimento” (W. Disney).

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