Domenica 27 Aprile (DOMENICA – Bianco)
II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO C)
At 5,12-16 Sal 117 Ap 1,9-11.12-13.17-19 Gv 20,19-31
Celebriamo questa domenica della divina Misericordia che quest’anno, per noi come comunità, ha un significato ancora più profondo perché è l’anno C, l’anno in cui meditiamo il vangelo di Luca. Nelle ultime due domeniche di quaresima abbiamo meditato la parabola del Padre misericordioso e della Peccatrice perdonata.
Stiamo celebrando anche l’anno giubilare, occasione per risvegliare la nostra speranza nella fede in Colui che è la Grazia che infonde alla vita il gusto vero ed unico di essere figli.
Oggi è anche la domenica in cui il primo gruppo dei fanciulli celebra la prima Comunione.
Partiamo da questa celebrazione che è sempre unica e che anche a noi adulti riporta al cuore la bellezza del vivere questa tappa del cammino della nostra fede e che in un certo senso. Riprendiamo il vangelo di oggi: L’apostolo Tommaso passa dall’incredulità al credere.
Cosi è la prima Comunione : Un vivere la Sua presenza.
Riporto ciò che già vi dicevo nella Settimana Santa: ”Credere non è ammettere che Dio esiste, ma riconoscere la Sua Presenza nella tua vita”.
La Misericordia è questo venirci incontro da parte di Dio verso di noi.
Quello che vi dicevo già l’anno scorso, lo riporto proprio in questa domenica.
Gesù non rimprovera Tommaso perché non ha creduto, anzi gli offre un segno:” Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco e non essere incredulo, ma credente!»
La fede ha bisogno di un cammino.
Nella domenica di febbraio quando abbiamo meditato le “Beatitudini” vi dicevo che il modus operandi di Dio è paziente. Il riconoscere che la beatitudine è una via alla salvezza, ha il suo tempo.
Così la fede, il riconoscere che Dio è la vita, non una parte della vita, della giornata, ma è tutta la vita, il lavoro, la famiglia, la scuola ecc…
E poi diventeremo testimoni per l’altro.
C’è un passaggio che mi ha colpito in questi ultimi anni, meditando questa pagina del Vangelo.
Tommaso, innanzitutto, non ha creduto alla sua compagnia, ai suoi amici apostoli: ”Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani….”
Concludo con un pensiero che più volte avremo ascoltato: ”Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili”. (Beato Livatino-Giudice)
Fonte:https://www.parrocchiachiaravallecentrale.it/
