Domenica 1 Giugno (SOLENNITA’ – Bianco)
ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C)
At 1,1-11 Sal 46 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53
Meditando il vangelo di Luca, in preparazione alle feste di Pasqua, mi colpiva il commento sul messaggio che l’evangelista offre ai suoi lettori.
La centralità del messaggio è questo continuo proporre il rapporto tra Padre e Figlio. (Io e Il Padre siamo una cosa sola ecc…)
In un certo senso, l’Ascensione è, appunto, la conclusione di questo messaggio. Come abbiamo ascoltato dalla prima lettura:
” Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi”.
Cos’è questa nube? Vi riporto brevemente la spiegazione dell’allora Card. Ratzinger: “Essa è insieme nascondimento e presenza: per questo è divenuta immagine sensibile dei segni sacramentali in cui il Signore ci precede, in cui egli si nasconde e, insieme, si lascia toccare.”
C’è un momento in cui tutto appare concluso, come se la rivelazione di Gesù ora sia arrivata al termine. Ma dove tutto finisce , tutto ricomincia. È proprio in questo passaggio, nell’Ascensione, che noi viviamo la divinità di Gesù.
“Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Solo il Divino può scendere (rivelazione) e risalire in cielo.
Questa certezza che Gesù è il Cristo, che è, cioè, il figlio dell’uomo (il termine più completo che spiega chi è Gesù, cioè viene a liberare il popolo dalle sue schiavitù, non senza attraversare e prendere su di sé un destino di sofferenza e di martirio.) ci spinge a vivere la fede in concretezza, perché non è un fare del bene per una questione etica, ma viviamo la fede, l’incontro con l’altro, il prossimo, per vivere un cammino al cielo.
In questa redenzione in Lui, la fede diventa certa di un ideale.
Papa Francesco così ci illumina su questo momento:” Gesù non ci abbandona mai: donandoci lo Spirito Santo resta presente in noi per “farci suoi testimoni nel mondo” e, salendo al Padre, porta con sé la nostra umanità così da intercedere sempre per noi. Sia questo un modello anche per le nostre vite”.
È un salire al cielo perché solo in questa comunione col Padre può offrire a noi il dono dello Spirito.
Come abbiamo ascoltato dal vangelo: ”Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre
mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Fonte:https://www.parrocchiachiaravallecentrale.it/
