Figlie della Chiesa Lectio XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 24 Agosto (DOMENICA – Verde)
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Is 66,18-21   Sal 116   Eb 12,5-7.11-13   Lc 13,22-30

Di Figlie della Chiesa 🏠

La porta stretta: tra amore, lotta e salvezza

La domanda posta a Gesù nel Vangelo di oggi è diretta: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?» (Lc 13,23). In apparenza sembra una curiosità innocente, in realtà è una di quelle domande che portano in sé tutta l’ansia di una vita: ce la farò anch’io? Posso sperare? Oppure è già tutto deciso?

Gesù risponde in modo netto, spiazzante: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno». Nessuna rassicurazione di comodo. Nessun buonismo facile. La salvezza non è scontata, non è automatica. È dono gratuito, certo, ma richiede una risposta seria, responsabile, quotidiana. E non si tratta solo della salvezza eterna, ma anche del gusto pieno della vita, qui e ora: nella relazione con Dio, con noi stessi e con gli altri.

La porta stretta è la via di Cristo, anzi, è Lui stesso la Porta; ed è stretta non perché voglia escludere qualcuno, ma perché comporta una risposta positiva al suo invito ad entrarvi alleggeriti, spogliati di tutto ciò che è superfluo: orgoglio, egoismo, superficialità… Non si può passare portandosi dietro tutto il proprio ego. Entrare per la porta stretta significa cambiare mentalità, convertirsi ogni giorno, riconoscere che la salvezza è una relazione viva e non un’etichetta religiosa.

Il cammino cristiano, allora, è un combattimento, un àgon, una lotta contro ciò che dentro di noi ci rende disumani; è lotta contro l’indifferenza, il cinismo, la tentazione di una fede fatta di abitudini, ma senza cuore. Richiede pertanto un costante allenamento, come per gli sportivi: allenamento alla fede, alla speranza, alla carità. È un processo sempre attivo, mai passivo. Non basta “esserci stati”, aver “mangiato e bevuto alla sua presenza”: occorre continuare a vivere nella quotidianità la relazione con Lui in modo autentico, profondo, trasformante.

Le parole dure che Gesù pone sulle labbra del padrone di casa: «Non so di dove siete», non vogliono spaventare, ma svegliare. È come se dicesse: “Non basta parlare di me, occorre conoscermi davvero. Non basta essere religiosi, occorre essere innamorati del Regno di Dio”. Il Signore vuole metterci in guardia dal rischio, tutt’altro che ipotetico, di illudersi che sia sufficiente frequentare ineccepibilmente, per anni, i luoghi sacri, con attenzione scrupolosa ai riti e alle tradizioni, senza mai lasciarsi veramente toccare da Lui.

Occorre quindi essere vigilanti su se stessi ricordare che non è mai Gesù a chiudere la porta. Al contrario, la lascia aperta per tutti, come esplicitamente dice quando parla di quelli che vengono da oriente e da occidente, da nord e da sud. È il chiaro annuncio che la salvezza non è riservata a pochi eletti; è per tutti coloro che lo cercano con cuore sincero, anche – e soprattutto – i piccoli, i poveri, gli ultimi, quelli che il mondo scarta.

I primi saranno ultimi e gli ultimi primi: è il grande ribaltamento evangelico che non possiamo ignorare.

Questo Vangelo ci interpella profondamente. Ci invita a interrogarci sul nostro cammino, sulle nostre relazioni, sul nostro modo di vivere la fede. Ci spinge a smascherare le illusioni di una fede comoda, per abbracciare una sequela vera, fatta di scelte concrete, di amore vissuto, di perdono praticato, di ascolto della Parola, che cambia la vita giorno dopo giorno.

La porta è stretta, sì, ma è anche il passaggio obbligato che una volta attraversato con fatica e dedizione apre ai larghi orizzonti di bellezza costitutivi di una vita nuova.

È la via di Cristo, che ci conduce alla libertà dei figli e alla gioia dell’incontro con Lui.

Invito all’ascolto della canzone di Niccolò Fabi “Vince chi molla”: https://youtu.be/dRqCKeerLag?si=ml6w9AMm6lcgbDGL

Domande per la riflessione personale e di gruppo:

  • Che cosa significa per me oggi “entrare per la porta stretta”?
  • Nella mia relazione con Dio, lo sto cercando davvero o sto solo “frequentando” la sua presenza senza lasciarmi coinvolgere?
  • Che cosa devo lasciare alle spalle per passare per quella porta? Quale conversione è richiesta a me oggi?