Domenica 16 Novembre (DOMENICA – Verde)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Ml 3,19-20 Sal 97 2Ts 3,7-12 Lc 21,5-19
Di Don Paolo Zamengo
Parole come queste dette da Gesù si possono dire anche con occhi severi. Il tempio e le città distrutte gli procuravano dolore e poco prima
Luca racconta degli occhi in pianto di Gesù e scrive: “Quando fu in vista della città pianse su di essa, al pensiero che non sarebbe rimasta pietra
su pietra”. E un attimo prima Gesù si era intenerito per una
donna povera che, a fronte dei ricchi che gettavano rumorosamente le loro offerte, lei aveva fatto scivolare silenziosamente le sue due monetine. Gli occhi di Gesù avevano indugiato con tenerezza su di lei e invitò anche i discepoli a guardarla. Ed ecco che subito dopo gli mostrano la magnificenza del tempio, quando lui aveva appena finito di esaltare la
piccolezza.
Le parole di oggi ci mettono in guardia dal mito abbagliante ma cieco della potenza, della prepotenza e della grandezza. E gli occhi di Gesù, anche quando evocavano eventi tragici,
non perdevano il loro colore inconfondibile, occhi teneri e commossi.
Ma il suo pianto anticipava eventi drammatici della sua terra e del mondo. A lui la piccolezza stava e sta a cuore. Davanti alla perversa strisciante opera di seduzione di coloro che abusano del potere per il personale delirio, lui voleva preservare l’anima di coloro che
lo stavano ascoltando, di noi che oggi lo ascoltiamo.
Preservarci, mettendoci in guardia dalla grande seduzione, dalla spavalderia, dalla menzogna che sembrano oggi trionfanti. Gesù ci vuole difendere da una prepotenza accecata dì orgoglio, da una violenza sconfinata che sembra vincente e capace di
trascinare dietro di sé il cielo e la terra.
Gesù conosce la fatica della storia e la fatica di coloro che rifiutano di arrendersi al male, la fatica di coloro che mettono il loro impegno a costruire una casa per l’umanità, una casa
per tutti, case e non barconi, case non campi di tortura.
Sono coloro che lottano per la dignità dell’uomo, pronti a farlo, anche se tutto il mondo dice altro e fa altro. Vorrei ricordarvi i verbi di resistenza che oggi il brano di Luca ci mette davanti. “Badate di non lasciarvi ingannare… Non vi terrorizzate… Avrete occasione di dare
testimonianza… Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
E infine, le bellissime parole da portare nel cuore: “Risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. Dobbiamo prenderci l’impegno di farle risuonare nei nostri discorsi in casa o per strada, con donne e uomini con cui camminiamo. E’ urgente.
“Risollevatevi e alzate il capo”.
Ciò che può portare alla salvezza non è la violenza travolgente che pretende di risolvere tutto con la forza né la rassegnazione di quelli che sono stanchi di continuare a lottare per un futuro migliore. Solo l’opera costante e tenace degli instancabili ci apre a un futuro migliore. Noi siamo i piccoli e gli instancabili costruttori. I mai arresi occhi in attesa del
ritorno del Signore.



