Don Marco Ceccarelli Commento II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

Domenica 7 Dicembre (DOMENICA – Viola)
II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Is 11,1-10   Sal 71   Rm 15,4-9   Mt 3,1-12

Di Don Marco Ceccarelli🏠home

Testi di riferimento: Dt 4,7-8; 2Re 1,8; 1Cr 28,9; 2Cr 15,2-4; Dn 2,44; 1Mac 2,52; 3,48; Sal 19,9;
92,13-15; 119,155; Sir 44,19-20; Is 40,3; 55,6-7; 58,2; Ger 29,12-14; Am 5,6; Mal 3,1; Mt 4,17,
6,10; 10,7; 12,34; 15,7; 23,33; Lc 16,16.24.30; Gv 1,6-7.15.23.33; 3,30; 8,37-39; At 11,16; 13,24;
19,18; 26,20; Rm 4,11-12.16-22; 9,7-9; Ef 5,9; Fil 1,11; Gc 2,18-23

  1. Giovanni Battista. La seconda domenica di Avvento ha come tematica centrale la predicazione di
    Giovanni Battista. Possiamo innanzitutto notare che il Nuovo Testamento comincia lì da dove era
    terminato l’Antico. Infatti, al tempo di Gesù la Scrittura canonica terminava con il profeta Malachia, il quale si conclude con l’annuncio di un messaggero che avrebbe preparato la via davanti al
    Signore (Mal 3,1), e che avrebbe assunto le caratteristiche profetiche di Elia. “Prima che venga il
    giorno del Signore grande e terribile” – cioè il giorno del giudizio di Dio – Egli manda Elia perché
    questo giorno del Signore non trovi impreparato il popolo e non diventi per esso una sciagura (Mal
    3,23-24). L’analogia con Elia è espressa anche nel modo di vestire di Giovanni (cfr. 2Re 1,8). Giovanni Battista segna così l’inizio di quella novità annunciata dai profeti. Gli evangelisti hanno percepito e hanno presentato Giovanni come l’inizio dell’evento Cristo (cfr. anche At 1,22; 13,24). I
    tempi nuovi, i tempi escatologici, l’era della salvezza, del compimento delle promesse, inizia con
    Giovanni. Cristo deve essere preceduto da Giovanni; questa è una indicazione chiara del disegno
    divino. La salvezza comincia con il precursore e con la sua chiamata a conversione. La salvezza che
    sta per arrivare in mezzo agli uomini deve essere annunciata da un profeta. La venuta del Messia, la
    cui opera fondamentale è appunto quella della salvezza, deve essere preceduta da una figura profetica di eccellenza come era stata quella di Elia, che ha lo scopo di suscitare fra gli uomini la consapevolezza del bisogno di essere salvati. Giovanni ha così il compito di precedere il Messia per annunciarne l’arrivo imminente; e a motivo di questo arrivo imminente non è più possibile ritardare il
    “raddrizzamento” della via del Signore.
  2. La via del Signore.
  • Giovanni annuncia la stessa cosa che annuncerà Gesù: «Convertitevi; il regno dei cieli infatti si è
    fatto vicino» (3,2), anche se forse il contenuto di questa affermazione non è esattamente lo stesso in
    bocca a Gesù e a Giovanni. Se infatti Gesù stesso è il regno dei cieli e la salvezza, il Battista invece
    deve predicare l’accoglienza di tale salvezza. Giovanni ha lo scopo di esortare il popolo a preparare
    la via del Signore e raddrizzare i suoi sentieri (3,3). L’espressione “via del Signore” (hodos Kuriou)
    è tipica per indicare quell’insieme di norme, precetti, leggi, che costituiscono ciò che in senso largo
    viene chiamato Torah, e che ci fa conoscere la volontà di Dio (Ger 5,4-5; Sal 18,21-22). Camminare
    nella via del Signore significa agire in conformità alla sua legge, significa fare la Sua volontà. Giovanni dunque non indica qualcosa in funzione del Signore (cioè preparargli la strada), ma in funzione dei suoi ascoltatori. Essi devono conoscere, capire, rendere diritta la via del Signore (in funzione
    di loro stessi, perché ovviamente la via del Signore in se stessa è già diritta: Sal 19,9).
  • Il verbo “raddrizzare” fa appunto riferimento a questo atteggiamento di ricerca della volontà di
    Dio, senza distorcere le sue leggi; si tratta della sincera ricerca della verità. I profeti del passato
    avevano rimproverato coloro che distorcevano il senso della legge per renderla più accomodante
    (Ger 8,8; Mal 2,7-9). Si rimproveravano i sacerdoti, ai quali spettava l’interpretazione della torah
    per far conoscere al popolo la volontà di Dio, di allontanarlo invece da essa. Gesù dirà esattamente
    la stessa cosa ai farisei e agli scribi (Mc 7,6-8.13). Distorcere la via del Signore significa dunque
    scambiare la verità con la menzogna. In At 13,8-12 Paolo, rimproverando il mago Elymas che cercava di allontanare la gente dalla fede in Cristo, lo apostrofa dicendo: «Tu figlio del diavolo … non
    la finirai di distorcere le vie diritte del Signore?». Chi distorce la verità è “figlio del diavolo” perché
    questa è l’opera tipica del demonio (Gv 8,43-45). Per accogliere Cristo e credere in lui occorre dunque essere disposti ad accettare la verità, qualsiasi essa sia.
    P.S. Giovanni ha svolto storicamente questo ruolo nei confronti dei giudei al tempo di Gesù. Tantissima gente andava da lui con attitudine di penitenza. «Giovanni detto il Battezzatore … era un uomo buono e comandava ai giudei di praticare la virtù e la giustizia gli uni verso gli altri, e compiere
    atti di pietà verso Dio, e così venire al battesimo. In tal modo infatti l’immersione sarebbe stata accetta a Lui, non solo per manifestare la rinuncia a qualche peccato, ma per la purificazione del corpo, supposto che l’anima era già stata purificata in precedenza dalle opere di giustizia»: Giuseppe
    Flavio, Ant XVIII,116-117. Grazie a Giovanni molti sono stati preparati ad accogliere il Messia.
  1. La conversione.
  • Per poter accogliere la salvezza occorre aver capito di averne bisogno; e per capire – cosa assolutamente non scontata – che ne abbiamo bisogno occorre raddrizzare le vie del Signore. Succede però che spesso la volontà di Dio viene piegata alla nostra volontà, viene confusa con i nostri desideri,
    viene contorta, adattata ai nostri comodi. La conversione è possibile soltanto a partire dal riconoscimento del peccato; solo così si può accogliere il perdono. Per questo “chi nasconde le proprie
    colpe non prospererà, ma chi le confessa e abbandona otterrà misericordia” (Pr 28,13). Quando ci si
    è abituati da tanto tempo a chiamare bene il male (Is 5,20), si finisce per non distinguere più dove
    sta la verità. Perché se il nostro occhio è malato tutto il corpo è nella tenebra (Mt 6,23); e se quello
    che crediamo sia luce è invece tenebra allora siamo destinati a sfracellarci. Per questo occorre mettersi seriamente davanti a Dio, alla sua parola, e cercare sinceramente le sue vie. Non ci può essere
    conversione senza una vera ricerca della volontà di Dio.
  • Raddrizzare le vie di Dio significa dunque riconoscere la verità oggettiva delle cose come Dio ce
    l’ha rivelata; riconoscere il bene e le nostre trasgressioni al bene. Il primo frutto di conversione sta
    nel porsi sinceramente alla ricerca della verità, “con tutto il cuore” (Ger 29,13); non partire dalla
    presunzione di essere già nel giusto, come poteva essere per i farisei e i sadducei che Giovanni rimprovera di accontentarsi del loro essere discendenti di Abramo. In questo consiste l’inizio della
    conversione. Una volta conosciuta la volontà di Dio, non significa ancora che siamo in grado di
    compierla. Però in tale conoscenza si scoprirà che le Sue vie sono quelle giuste e non le nostre (Ez
    18,25.29) e, avendo preso coscienza della perversione delle nostre vie, ci si potrà mettere nell’atteggiamento di accoglienza di quella salvezza che Dio stesso ha provveduto attraverso il suo Messia.
  • La chiamata a conversione passa anche attraverso il rimprovero. Così Giovanni, nello stile degli
    antichi profeti, “prende a schiaffi” i farisei e sadducei (vv. 7-10) per scuoterli dal loro torpore. Il
    precursore di Cristo ha lo scopo di svegliare la gente, di prendere per il bavero le persone e sbatacchiarle perché si rendano conto del bisogno di convertirsi. Il “politicamente corretto”, cioè quella
    educazione affettata e ipocrita che evita, nel migliore dei casi, di presentare la verità per quello che
    è, non fa parte di alcun carisma profetico. Il rimprovero è un atto di amore di Dio per gli uomini.
    Gli stolti pretendono di essere nel giusto e non vogliono essere disturbati, non vogliono prendere
    coscienza che la verità è un’altra. “Chi rimprovero lo stolto sarà da lui odiato; chi rimprovera il saggio sarà da lui amato” (Pr 9,8).
  • Si può raddrizzare la via del Signore perché la volontà di Dio è conoscibile. Il regno dei cieli si è
    avvicinato. La volontà di Dio non è in cielo o al di là del mare (Dt 30,12-13) ma si è fatta vicina a
    noi, perché la possiamo mettere in pratica (Dt 30,14). Occorre cercare Dio mentre è vicino e si fa
    trovare (Is 55,6).
  1. Il contenuto fondamentale dell’Antico Testamento è riassunto nel messaggio di Giovanni Battista: metanoeite – Convertitevi! Non c’è accesso a Gesù senza il Battista; non c’è possibilità di arrivare a Gesù senza risposta all’appello del precursore (Cardinale Joseph Ratzinger, Giubileo dei catechisti, 10 Ottobre 2000). La prima venuta di Cristo è stata preceduta da “Elia” (Mt 17,13) che
    aveva lo scopo di preparare la strada, di rendere pronto il popolo ad accogliere il Messia. Anche
    l’ultima venuta di Cristo sarà preceduta da Elia (Mt 17,11). Anche la venuta intermedia di Cristo –
    quella che avviene continuamente per gli uomini di ogni generazione – viene preparata dal carisma
    profetico della Chiesa. La Chiesa continua sino alla fine dei tempi la missione del precursore in fa-
    vore degli uomini, perché essi riconoscano in Cristo il loro salvatore e lo accolgano. Senza
    l’accoglienza di tale precursore non c’è possibilità di arrivare a Gesù.