Domenica 14 Dicembre (DOMENICA – Viola o Rosaceo)
III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A) – GAUDETE
Is 35,1-6.8.10 Sal 145 Gc 5,7-10 Mt 11,2-11
Di Mariapia Veladiano🏠home
Giovanni e Gesù sono cugini. Le loro madri sono parenti e amiche. Quando Maria, appena dopo l’incontro con l’angelo, corre da Elisabetta, Giovanni non ancora nato sente il Messia e lo annuncia attraverso il corpo di sua madre. Probabilmente i due bambini si sono frequentati, di sicuro Gesù si è mosso dalla Galilea verso il Giordano proprio per farsi battezzare da lui. In questo incontro Giovanni gli riconosce una superiorità non ancora ben definita e non vorrebbe battezzarlo, poi assiste alla misteriosa epifania che lo proclama “Figlio prediletto”. Quando va in carcere continua a sentire cose su Gesù. Lo conosce da sempre, eppure. Giovanni è un profeta, in quanto figlio di un sacerdote sa le Scritture, ha una sua immagine del Messia. Tuttavia non sa mettere insieme quello che sa e quello che sente di Gesù e manda i discepoli non a raccogliere pareri da chi fa l’esperto del sacro per lavoro ma da Gesù stesso. «Sei tu?», gli chiede. La domanda è straordinaria come è straordinario che Giovanni chieda. Il chiedere sempre e ancora è la condizione del credente, anche del più grande fra i credenti. Perché il rischio è credere quello che pensiamo di conoscere già. Credere al prodotto del nostro desiderio o del nostro sapere o della nostra illusione o della tradizione bella definita. La risposta di Gesù è rivolta esattamente al Giovanni che conosce le Scritture. I ciechi che vedono, i sordi che odono, la buona novella predicata ai poveri sono parole e immagini del profeta Isaia. Ma fra le promesse messianiche c’è anche «la liberazione degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri» (Isaia, 61, 1). Giovanni potrà riconoscere il messaggio che gli arriva: «Sono il Messia, ma non sarai liberato». A Giovanni non sarà concesso che il calice passi, come anche a Gesù. Colui che è atteso non rovescia la storia degli uomini; si muore da giusti, capita anche al più grande fra gli uomini. Giovanni ha profetato un nuovo regno che non conosceva ancora e che comincia con Gesù, diverso da ogni possibile immaginazione, dove la forza è la debolezza, dove il potere è servire. Chissà cosa hanno capito i discepoli. Chissà cosa capiamo noi.




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