don Marco Pozza”Signori si nasce e lui lo nacque”

Domenica 21 Dicembre (DOMENICA – Viola)
IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Is 7,10-14   Sal 23   Rm 1,1-7   Mt 1,18-24

Di don Marco Pozza🏠home

Gli frana il mondo addosso: “Che fine faranno, adesso, tutti i nostri sogni?” si chiede Giuseppe. La macchina era già accesa: la presentazione reciproca alle proprie famiglie, il fidanzamento, il progetto di vita, la carpenteria, la casetta. Il passato, presente, l’avvenire. Poi, tutto d’un tratto, l’inaspettato: la sua ragazza è incinta ma il padre del nascituro non è lui. Spiegaglielo, tu, ad un paese con il prurito sotto le ascelle:le piccole risatine, i battibecchi, le immagini di cervo che scorrono sui display, ricondivisi ad oltranza. Giuseppe, va in crisi: non è soltanto per il fatto del figlio in arrivo, è che scopre fallibile la sua bellissima Maria. Prova a farcela da solo, vuole sistemare lui la faccenda, cercando di rimanere quel lord ch’è da sempre: «Non voleva accusarla pubblicamente: pensò di ripudiarla in segreto». Giuseppe sa bene che si potrà vincere e si potrà perdere: ma lo si potrà fare, in entrambi i casi, da signore. Ciò non toglie nulla a questa sua fatica di amare, di rispettare, capire: lui «stava considerando queste cose». Se non agì di impulso, com’è solito tra umani, è perchè a casa gli avranno insegnato che, certe volte, il contare fino a tre può salvare la vita e la faccia. Non vi è nulla di più difficile da analizzare di un fatto: per questo, abituato alla pazienza del suo legno, non staccò mai l’orecchio dal cielo. Anche in mezzo alla bufera, soprattutto in mezzo alla bufera, mantenne aperto l’udito. Un grande scompiglio, era la più grande controversia che avesse mai combattuto e il miglior modo per valutare qualcuno sarà di osservare le battaglie che combatte. Che gli si pareranno davanti.

L’indicazione: «Giuseppe, non temere di prendere con te Maria tua sposa. Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». La salvezza, anche stavolta, arriva dall’ascolto, imbocca l’autostrada dell’udito più che della vista. E’ l’annunciazione maschile a Giuseppe dopo quella femminile dell’angelo a Maria: «Ave, Giuseppe». Il cielo risponde all’angoscia di un uomo che cerca quiete più che rivincita. Più che ascoltare la sua disperazione, l’uomo di Nazareth ascolta il consiglio di Dio: “Dentro questo apparente marasma, Giuseppe, c’è un Dio che sta aprendo un cantiere nel quale è prevista la tua persona”. Avesse anche solo provato a spiegarglielo la sua donna, probabilmente il destino sarebbe apparso ancora più turbolento. Maria, anima bellissima, ha lasciato che fosse Dio a fare la sua parte: “Se qui c’è in gioco davvero Dio, carissimo arcangelo, allora sarà Dio stesso, non io, a spiegarglielo a Giuseppe in modo che capisca che non c’è alcun tradimento in atto da parte mia”. E’ l’altra faccia dell’annuncio cristiano: a Maria il cielo chiede di prestargli il grembo per custodire questo bel figlio che sta per nascere, a Giuseppe chiede di custodire questa bella donna dalla quale vedrà fiorir la faccia dell’imprevisto più bello che il mondo abbia mai conosciuto. E’ l’ascolto di Giuseppe ad inaugurare il Natale di Gesù: «Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo, prese con sé la sua sposa». Dio è un grandissimo giocatore di poker: il poker finge d’esser un gioco di fortuna ma è uno dei più grandi giochi di abilità. Dio, con i cuori, gioca a poker.

L’immaginiamo vecchio, purtroppo, quest’uomo: col giglio in mano, la faccia scavata, lo sguardo maturo. Eppure è stato un giovane di belle speranze, di una fede cristallina, d’una fanciullezza così unica da essere scelta perchè facesse da tirocinio umano a Gesù. Aperti gli occhi, non chiede spiegazioni: fa quanto nel sogno gli è stato suggerito di fare. Nell’albero genealogico dell’evangelista Matteo, Giuseppe è l’ultimo di una macelleria di carni, peccati, scostumatezze. Il Cielo è testardo: “Un punto d’appoggio io lo troverò. E vi solleverò il mondo” è la sua certezza. Quel punto di purezza si chiama Giuseppe, la sua caratteristica principale è l’umanità, il suo punto forte la fede.

Dio, nel frattempo, rimane uno dei giocatori di poker più feroci: non muore mai, continua a rimescolare le carte.


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