Don Paolo Zamengo “Il tesoro della povera vedova”

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (07/11/2021)

Vangelo: Mc 12,38-44
Gesù apertamente ci mette in guardia da chi trasforma la religione in
strumento di gloria personale ed egoista. C’è chi ama farsi vedere per
distinguersi dagli altri, provocando pubblici riconoscimenti,
occupando posti d’onore per essere servito e riverito, esibendosi in

ogni dove in cerca di gratificazioni solo umane piuttosto che divine.
Al tempo di Gesù, costoro, forti della loro presunta autorità, approfittavano delle vedove
sfruttandole senza scrupoli e senza rispetto della legge di Dio che invitava invece a prendersi cura
del povero, della vedova e del forestiero.
La critica di Gesù è così dura fino ad esprimere un giudizio di condanna da parte di Dio e
ammonisce i discepoli a guardarsi da queste false persone religiose.
Gesù si ferma nell’atrio del tempio proprio dove era collocata l’urna che serviva a raccogliere le
offerte destinate tra l’altro alla manutenzione del tempio.
Gesù osserva la scena, comprende e trae da questa realtà una lezione di vita. Nota che ci sono
alcuni che mettono grandi somme di denaro: sono i ricchi, quelli che, senza tanta fatica, possono
dare anche molto denaro per cercare il consenso dalla folla presente che ne ammira la generosità.
Il rito è invece umiliante per i più poveri, che offrono pochi spiccioli e sono indegni di
considerazione. Fra questi si avvicina una povera vedova sulla quale Gesù fissa lo sguardo.
L’evangelista non ci riporta il suo nome. È una vedova anonima, ai margini dalla società, vittima
forse anch’essa dei soprusi degli scribi, malgrado la legge la proteggesse.
Anche lei fa la sua offerta: una cifra insignificante, due monetine da nulla. Eppure, agli occhi di
Gesù, questa povera vedova, di cui nessuno si accorge, è il vero nuovo scriba che può insegnare ai
discepoli la lezione più importante del vangelo. Essa ha offerto tutto quello che aveva, tutta la sua
vita.
Le parole di Gesù sono introdotte in modo solenne da un Amen, per dire che queste parole sono
verità. E la verità è sconvolgente: la vedova sta donando tutto ciò che ha per un tempo destinato a
essere distrutto, perché i rappresentanti della legge “divorano le case delle vedove”.
Siamo di fronte all’assurdità di un dono inutile secondo la logica umana. Ma Gesù invece ammira
questa donna come colei che ha saputo scegliere il dono supremo. Quello stesso dono che Gesù
ha pienamente realizzato, assumendo la nostra condizione umana e venendo ad abitare in mezzo
a noi.
La vedova dimostra la sua piena libertà nei confronti della vita terrena e il suo totale affidarsi a
Dio. Il dono è l’offerta della propria vita a Dio. Cosa poteva dare di più? Anche Gesù farà il suo
dono d’amore fino alla morte nello scandalo della croce, una morte apparentemente assurda da
cui sgorgherà vita autentica per coloro che “guarderanno a colui che hanno trafitto”.
Gesù non trattiene nulla per sé, dona tutto per amore e ci invita a imparare quale è la vera
ricchezza che dà senso al vivere e al morire e ci apre le porte alla resurrezione. “Perché, dove è il
vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.